L’ex sindaco è l’unico condannato. Assolti gli altri cinque imputati
Il Tribunale di Firenze ha condannato a 8 mesi l'ex sindaco di Figline (allora non unito a Incisa) Riccardo Nocentini per l'esondazione del torrente Ponterosso e del fosso delle Granchie il 21 ottobre 2013. Assolti gli altri cinque imputati: il responsabile tecnico del Comune, due tecnici della Provincia e due responsabili di ditte private impegnate in lavori stradali nella zona. Stabiliti risarcimenti dei danni da definire in sede civile. (fonte Ansa)
L'esondazione causò danni a 75 abitazioni, otto aziende, 19 veicoli e al cimitero di Figline: in tutto furono 170 famiglie, (389 abitanti) coinvolte.
Nel processo iniziato nel 2017 l'ex sindaco Riccardo Nocentini è stato accusato di "non aver agito nell'ambito delle sue competenze". Nel corso del dibattimento è stato sottolineato che il sindaco avrebbe dovuto emanare un'ordinanza per la demolizione del ponte sul torrente ritenuto la causa dell'esondazione. "Intervento peraltro previsto nelle opere di messa in sicurezza del bacino del torrente". Il ponte, secondo le valutazioni tecniche, era infatti considerato a rischio per la sicurezza idraulica della zona in caso di ondate di piena.
L'ordinanza per eliminare la struttura fu firmata, dopo l'alluvione, il 21 novembre 2013 proprio dall'allora sindaco Nocentini. Dopo varie trafile burocratiche, compresa la richiesta di sospensiva da parte della proprietà, la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque pubbliche con il via libera arrivò soltanto il 3 febbraio 2015, e questo nonostante che la Provincia di Firenze tramite la Polizia idraulica a seguito della ricognizione effettuata nelle ore immediatamente successive l’alluvione del 21 ottobre 2013 ne avesse accertata la pericolosità. Il 9 febbraio 2015 il ponte fu demolito.
Assolti i tecnici del Comune e della Provincia e i privati. In rito abbreviato invece il gup aveva condannato a 1 anno e 3 mesi due privati che avevano fatto costruire il ponte carrabile per andare alla loro abitazione, opera però risultata priva delle necessarie autorizzazioni idrauliche.
Il Comune di Figline Incisa si costituì parte civile nel processo. Il sindaco Giulia Mugnai affermò: "La costituzione di parte civile del Comune è l’unica modalità che tutela l’interesse pubblico affinché gli eventuali danni riconosciuti dal processo non gravino sull’ente e quindi sui cittadini. La scelta tecnica di costituirsi parte civile nel processo è un passaggio obbligato che Comune e Città Metropolitana di Firenze hanno operato a garanzia di tutti i cittadini”. La decisione del sindaco sollevò polemiche tra le opposizioni, che chiesero anche le sue dimissioni, e tra alcuni consiglieri di maggioranza. (vedi notizie correlate)
Tra quindici giorni saranno rese pubbliche le motivazioni della sentenza