Le cure palliative come fase di grande dignità e rispetto, viste attraverso gli occhi di chi lavora proprio in questo settore. All’Ospedale del Valdarno, oggi, l’ASL Toscana sud est ha celebrato la giornata nazionale delle cure palliative con una mostra inaugurata proprio all’hospice del Santa Maria alla Gruccia. Una mostra che raccoglie i pensieri di professioniste e professionisti che operano ogni giorno a favore dei pazienti affetti da malattie inguaribili, in un’occasione di riflessione sul concetto di “dignità”.
Sul fronte delle cure palliative, nel territorio del Valdarno opera una rete dedicata che coordina i servizi e garantisce l’accesso alle cure ogni giorno, ovunque, a domicilio (anche grazie al Progetto Scudo del Calcit), in ospedale (dove sono presenti tre mini appartamenti, anche se la necessità potrebbe essere numericamente maggiore), nelle strutture residenziali.
Ha spiegato la Direttrice dell’Ospedale del Valdarno, dottoressa Patrizia Bobini: “Oggi è la giornata nazionale delle cure palliative: cure che possono essere effettuate sia a livello territoriale che a livello domiciliare, ma anche dentro l’ospedale. Qui alla Gruccia abbiamo tre piccoli appartamenti, a disposizione di pazienti fragili. Ecco, penso che il fatto che siano dentro l’ospedale sia un valore aggiunto, anche perché c’è una stretta continuità con i servizi dell’ospedale, quindi un’assistenza integrata, con la possibilità di chiedere consulenze ai vari specialisti dell’ospedale. Una integrazione particolarmente importante, nel rispetto della dignità delle persone fragili, nella possibilità di ascoltare sia loro che i familiari”.
La Referente delle Cure Palliative Zona Distretto Valdarno è la dottoressa Tatiana Ieri: “Nella giornata nazionale delle cure palliative, abbiamo pensato di elaborare i pensieri degli operatori che quotidianamente lavorano qui con le cure palliative. Abbiamo fatto un piccolo percorso sulla terapia della dignità, un bellissimo strumento, un approccio innovativo che stimola a portare avanti le persone nel fine vita, a poter lasciare le cose non dette in questo tempo sospeso del loro fine vita. Questo è uno strumento molto utile anche per gli operatori, al fine di poter riflettere al meglio sui concetti fondamentali della dignità, dell’ascolto e del rispetto. Da questo percorso è nata l’esposizione di oggi, che è un lavoro di arte terapia, che mira veramente a dare espressività anche agli operatori in funzione del loro vissuto della dignità dei pazienti”.
Ha aggiunto la Direttrice Zona Distretto Valdarno, Elena Rebora: “Questa è un’occasione preziosa per ricordare appunto la giornata delle cure palliative, un tassello molto importante nella presa in carico dei nostri cittadini, dei nostri utenti. Attraverso queste parole espresse dagli operatori che si dedicano tutti i giorni in questo contesto, con pazienti delicati e in una fase complicata, restituiamo dignità, diamo dignità a tutto il percorso. È molto importante quindi che questa diventi proprio una cultura, lo è in questa azienda che si prende carico appunto di queste persone in questa fase della vita: questa piccola esposizione di pensieri contribuisce ad alimentare un ragionamento e una discussione, un approfondimento di questi temi”.
L’apporto delle figure infermieristiche nelle cure palliative è sottolineato dalla Direttrice infermieristica Zona Distretto Valdarno, Laura Gambassi: “Il nostro è un impegno fermissimo, un impegno importante, costante. L’infermiere è un membro del team, un membro della squadra delle cure palliative e sappiamo che le cure palliative sono un percorso importante da cominciare precocemente e devono essere viste come un lavoro morale. Un lavoro morale che vede tutti i professionisti ma vede anche la famiglia, vede anche la persona. La persona assistita viene proprio membro di tutto questo. In Valdarno abbiamo una lunga esperienza in cure palliative e abbiamo un incontro con delle associazioni di volontariato che hanno circondato il progetto che si chiama Progetto Scudo, che è in corso dal 2010. Questo ci ha consentito di sviluppare tutte le risposte assistenziali, compresa la parte di cure palliative fatta al proprio domicilio, quindi la casa come primo luogo di cura, che è un grande valore”.
Interviste di Martina Giardi


