27, Giugno, 2024

ABB E-Mobility, calo degli ordinativi, esubero del personale, rifiuto della cassa integrazione: è sciopero

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Fuoriuscita dei lavoratori somministrati con contratto a scadenza e non e del 10/15% del personale assunto, mancato accoglimento da parte dell’Azienda della proposta di utilizzare gli ammortizzatori sociali disponibili: sono state queste le motivazioni che hanno indotto le organizzazioni sindacali provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil, Felsa-Cisl, Nidil-Cgil, Uiltemp concordi con la Rsu, a indire uno sciopero davanti allo stabilimento di San Giovanni di ABB E-Mobility.

La situazione di ABB, il cui stabilimento di San Giovanni con il più grande impianto di produzione di stazioni di ricarica in corrente continua è stato inaugurato nel giugno del 2022, preoccupa i lavoratori, i sindacati e le istituzioni per il calo negli ordinativi, gli esuberi di personale e il rifiuto di accadere alla cassa integrazione.

Antonio Fascetto, Fiom Cgil Arezzo: “Abbiamo interrogativi e dubbi emersi durante gli ultimi incontri su un crescendo della contrazione di ordinativi dovuta a una serie di fattori: problematiche legate a contestazioni di mancata qualità che purtroppo si sono registrate nel corso del tempo, alcune scelte di politica industriale che non abbiamo condiviso, e non può anche sfuggire l’incidenza che in un mercato molto sensibile come questo hanno i provvedimenti normativi in merito alle energie rinnovabili che inevitabilmente incidono in maniera consistente sull’attività di queste grandi realtà. ABB è un’eccellenza che tanto ha fatto sperare in termini di un polo industriale che veniva a investire in un territorio come il nostro. L’auspicio è stato anche per la qualità dell’occupazione. Il 2022 ha fatto registrare fatturati importantissimi e volumi di lavoro ingenti purtroppo è stata una crescita incontrollata che non ha trovato la propria dimensione ordinaria e questo ha portato a  una altrettanto repentina caduta e contrazione degli ordinativi. Non possiamo accettare che il prezzo sia pagato esclusivamente dai lavoratori, in particolare dagli interinali, pensando che la ricetta sia questa. E’ intervenuto anche un annuncio dell’Amministratore delegato di ABB E-Mobility secondo cui l’anno che ci aspetta sarà molto duro e vedrà una riorganizzazione, a nostro avviso pesante, dell’azienda che comporterà ulteriori tagli rispetto a quelli già previsti sui contratti a scadenza. Ci si prospetta un periodo difficile e a fronte delle richieste fatte per gli ammortizzatori sociali ci siamo sentiti opporre un netto rifiuto da parte dell’azienda: non possiamo accettarlo”.

Federica Montaghi, Uilm Uil: “Non potevamo sottacere alla situazione che si è venuta a creare. Dall’ultimo tavolo con l’azienda è venuto fuori che, davanti a una crisi, invece di aprire una cassa integrazione l’azienda ha deciso di mandare a casa i somministrati. Questo non possiamo permetterlo. Stiamo cercando di far capire quale è la situazione reale di questa azienda. Chiediamo di riaprire il tavolo e di fare percorsi insieme”.

Ilaria Paoletti, Fim Cisl: “Stiamo scontando una flessione degli ordinativi e alla luce delle nostre domande sulle prospettive, l’organizzazione del lavoro e la visione del gruppo ABB non ci vengono date risposte. A fronte, infatti, della flessione degli ordini il gruppo ha deciso di portare avanti una riorganizzazione che sapremo nel dettaglio nelle prime settimane di novembre. Ci anticipano però che ci sarà un cambiamento nelle figure apicali e nella strategia industriale, e una dismissione di tutti i contratti in somministrazione presenti all’interno dell’azienda, circa 150 persone. A questo si può aggiungere un esubero di personale diretto per un 10/15%. Abbiamo richiesto l’utilizzo di un ammortizzatore sociale, della cassa integrazione: l’azienda ha deciso di non accedere. Mi verrebbe da dire che non è chiara la visione e la prospettiva che vuole dare questa azienda allo stabilimento di San Giovanni”.

Silvia Casini, Felsa Cisl, parla a nome dei somministrati di tutte le categorie sindacali: “Chiediamo all’azienda di riaprire un tavolo di confronto perchè ha detto ‘no’ alle proposte delle organizzazioni sindacali su come affrontare un momento di difficoltà che segue un periodo di grande crescita al quale i lavoratori con agenzia hanno contribuito in modo fondamentale. Chiediamo la riapertura di un tavolo di confronto per trovare soluzioni condivise. Siamo sulle 130 persone con contratto all’interno dell’azienda”.

Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni: “Siamo preoccupati anche noi. Esprimo la solidarietà ai lavoratori che non vedranno rinnovato il contratto a tempo indeterminato. Questo stabilimento, inaugurato non molto tempo fa, è importante. Ho avuto modo di contattare i vertici dell’azienda per avere rassicurazioni e mi sono state date rispetto non solo alla strategicità di questo stabilimento ma anche sugli investimenti che stanno facendo. Al momento però la situazione è critica e difficile. I sindacati stanno chiedendo la cassa integrazione. Io continuerò a monitorare in prima persona l’evolversi della situazione perchè ABB su San Giovanni è strategica ma deve garantire l’occupazione dei lavoratori”.

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