25, Dicembre, 2024

A Montevarchi 350 studenti celebrano il 32 esimo anniversario della strage di Capaci con Don Antonio Coluccia

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Questa mattina il Palazzo dello sport di Montevarchi ha accolto 350 studenti dalle scuole medie e prime superiori per celebrare il 32 esimo anniversario della strage di Capaci. L’evento, “Osare, rischiare compromettersi”, ha riunito giovani, istituzioni, arma dei Carabinieri e un ospite importante, Don Antonio Coluccia, per porre l’attenzione sul problema del crimine organizzato italiano e portare il fondamentale messaggio della legalità alle nuove generazioni.

23 maggio 1992. Sono ormai passati ben 32 anni dalla strage di matrice mafiosa in cui persero la vita nei pressi di Capaci il magistrato Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Per questa occasione, il comune di Montevarchi ha accolto con piacere l’idea della manifestazione “Osare, rischiare compromettersi”, pensata e organizzata dall’IC Magiotti. Questa mattina così centinaia di studenti fra le classi seconde e terze della scuola media e le prime superiori del Varchi hanno partecipato a un importante giornata di lotta contro la criminalità organizzata e hanno potuto ascoltare persone che spendono la vita contro la mafia scegliendo di mettersi al servizio della comunità. Presenti all’evento, infatti, il comandante principale dei carabinieri, il Colonnello Claudio Rubertà, il prefetto di Arezzo Maddalena De Luca, il sindaco di Montevarchi Silvia Martini Chiassai e l’amministrazione comunale.

L’ospite principale è stato però Don Antonio Coluccia, conosciuto sacerdote che da anni si occupa dei più fragili ed emarginati nelle periferie romane e non solo, diventando un prete “scomodo” agli occhi della criminalità. Don Antonio Coluccia con il suo fischietto, il suo megafono e tanta voglia di lottare contro il crimine organizzato, si reca da anni nelle periferie, da lui considerate “non la fine, ma l’inizio delle città”, per portare un messaggio di pace e speranza ai giovani coinvolti purtroppo direttamente negli affari mafiosi.

“In una data importante che merita una memoria operante anche di coscientizzazione nei ragazzi, la scuola sta facendo anche questo grande lavoro e noi oggi parleremo anche di questo, sensibilizzandoli anche a essere cittadini attivi nella vita sociale- dichiara Don Antonio Coluccia– Quando si parla di antimafia sociale si parla di ragazzi uomini e donne che vivono lo spirito della costituzione, ciò che è accaduto 32 anni fa non è accettabile, ma lo dobbiamo ribadire oggi con la nostra testimonianza, scegliendo sempre di stare dalla parte giusta soprattutto dalla parte della regole e della legalità, per far capire ai ragazzi che ogni forma di prepotenza e violenza non premia. Oggi c’è bisogno di ragazzi che sanno sognare per cui la criminalità è una spirale che ruba la vita ai ragazzi, come tutti le mafie oggi hanno le mani anche sul narcotraffico, noi dobbiamo proporre a questi ragazzi una vita diversa e allora io vedo le periferie delle varie città dove c’è una certa criminalità, dove i clan li assoggettano allora qui va vista non la fine di un territorio, ma l’inizio della città. Quindi ecco la cultura delle violenza e la cultura dei sogni, in fondo Falcone e Borsellino cosa hanno lasciato a noi? Loro andavano nelle scuole e nelle chiese e hanno invitato ai giovani ad agire in nome della giustizia, per la difesa dei più fragili”.

Silvia Martini Chiassai Sindaco di Montevarchi: “Questa giornata purtroppo ci ricorda una strage, quella di Capaci, che ha segnato uno spartiacque nel nostro paese, ci ha portato la consapevolezza del bisogno da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della parte civile del paese di una lotta costante che ci deve essere contro la mafia. Allora noi oggi abbiamo voluto invitare i ragazzi delle nostre scuole medie e superiori per dare una giornata che fosse un insegnamento di vita con Don Antonio Coluccia che ha impegnato la propria esistenza a trasmettere alle nuove generazioni e non solo quei valori di lealtà, correttezza e speranza che sono fondamentali da dare ai nostri figli per combattere tutto quello che è odio. Una giornata di insegnamento importante per i nostri ragazzi, il modo migliore per ricordare questa tremenda strage, ma che ha insegnato al nostro paese a reagire con molto determinazione e andare avanti con la convinzione che anche nel piccolo è possibile sconfiggere la mafia, ma soprattutto mandare messaggi per un corretto comportamento”.

Maddalena De Luca Prefetto di Arezzo: “Sicuramente oggi è un momento importantissimo di incontro con i ragazzi su un tema particolarmente significativo, la lotta alla criminalità organizzata, la lotta alla mafia. Naturalmente sul nostro territorio sono presenti delle organizzazioni anche se non ci sono delle organizzazioni criminali che andremo ad affrontare oggi. L’attenzione, però, va mantenuto sempre alta e quindi il messaggio e l’importanza dell’incontro con i ragazzi è proprio quello della diffusione delle cultura delle legalità come modo di comportarsi, quindi adottare la legalità come faro nelle proprie abitudini. Tutti questi momenti di confronto, di stimolo rivolti soprattutto rivolti ai ragazzi sono momenti di massimo valore”.

 

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