19, Novembre, 2025

Gli Scraffs, band valdarnese, è tra i 32 finalisti del Tour Music Fest che si svolgerà a San Marino

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Gli Scraffs, band emergente del territorio, conquistano l’accesso alla finale del Tour Music fest, il celebre contest europeo che ogni anno richiama migliaia di artisti.

Nati in Valdarno nel 2024, gli Scraffs, formati da Dario Aveotti e Leonardo Randazzo alle chitarre, Daniel Stephens alla voce e al basso, e Cristian Basile alla batteria, condividono la stessa urgenza: fare rumore dove sembra che tutto sia già stato detto. Dopo aver conquistato il podio all’Ultravox e la vittoria al contest che li porterà a esibirsi al Mengo Music Fest 2026, la band raggiunge ora un nuovo traguardo: la finale nazionale del Tour Music Fest 2025, in programma a San Marino dal 22 al 30 novembre. Un risultato importante per un gruppo che sta riuscendo a farsi notare ben oltre i confini del Valdarno. Con l’accesso alla finale, gli Scraffs si sono distinti tra migliaia di partecipanti, entrando in una rosa ristretta di soli 32 finalisti.

Scoprire di essere tra i finalisti è stato un momento forte per la band. “Direi pazzesco” racconta Leonardo “È una cosa a cui non pensavamo minimamente, nel senso, abbiamo deciso di provarci e se succede bene….è successo! È una grande soddisfazione insomma era abbastanza grosso come contest e rientrare fra i finalisti è tanto…non c’è lo aspettavamo.”

“Da questa finale ci aspettiamo di portarla a casa” afferma
Daniel, “Comunque sia porteremo l’energia che portiamo sempre nei palchi, l’obiettivo principale è sempre quello alla fine di fare una bella performance che sia energica, che arrivi, che sia di impatto e che funzioni, poi bene o male è quello, è sempre importante saper arrivare a un pubblico fatto di artisti, di persone esterne e di giudici.”

Ma cosa ha permesso loro di arrivare fin qui? Per Leonardo e Dario la risposta è chiara:”Il nostro punto di forza è il live, la presenza scenica, cerchiamo di esprimerci al mille per mille e di portare l’energia che ci da la canzone quando siamo sul palco.” Infatti la commissione artistica del Tour Music Fest ha riconosciuto la loro energia, la capacità di coinvolgere diversi tipi di pubblico e l’originalità scenica e musicale, definendo gli Scraffs una realtà autentica e originale nel panorama live.

Daniel: “Una cosa che ci ha fatto molto piacere è stato il commento da parte dei giudici, ci hanno detto che vederci da fuori è bello perchè ci divertiamo, è una cosa che anche un ragazzino più piccolo vede e che può prendere come ispirazione. La musica non deve essere fatta solo di teoria e perfezionismo ma deve essere anche divertimento, deve arrivare. È nel divertimento che arrivi alle persone, è una cosa genuina, naturale, e un punto di forza.

Dietro gli Scraffs c’è una storia di amicizia e passione per la musica, a spiegare come è nata la band è Leonardo: “Ho dato il via io insieme al produttore, che tra l’altro salutiamo, l’idea era quella appunto di rifare un progetto da zero, con una musica punk rock. Uno a uno poi sono andato a cercarli e abbiamo iniziato a suonare insieme. Devo dire che c’è stato subito un affiatamento molto forte, sin da subito.”

Daniel aggiunge: ”Come quando esci con una persona e vedi che c’è chimica, cioè non ci si aspettava, io lui lo conoscevo di vista, ma eravamo in mondi totalmente diversi, ma c’è stata chimica. Perché io l’ho sempre detto prima di essere una band noi siamo amici e questo secondo me è la cosa piu bella. Quando abbiamo iniziato a suonare insieme  più che trovare una band è stato anche trovare un gruppo d’amici con cui condividere esperienze e storie”

Anche il nome della band ha una sua storia, Daniel racconta:Scarffs è nato a una pompa di benzina, non sapevamo come chiamarci, e mentre riflettevamo sui nomi ho pensato alle scartoffie, ai rottami. Come si dice in Toscana è anche la “cicollottola”, il retro del collo quindi Scraffs ha un doppio significato. Lo abbiamo storpiato perchè sarebbe “Scruffs” ma per renderlo più strano e unico, abbiamo deciso di usarle la “a” al posto della “u”.” “Anche per renderlo più leggibile per il pubblico italiano.” Ha aggiunto Dario. Prosegue Daniel: “Sennò saremmo stati gli Scruffs. Doveva dare l’idea del pub, delle persone sudate, del collo inglese, un po’ il British punk degli anni ‘80. Però allo stesso tempo doveva rappresentare anche noi come degli scarti perchè bene o male siamo quelli, tutti nei nostri monti un po’ isolati e poi ci siamo trovati in questa sorta di nuovo mondo che si chiama 

A chiudere, gli Scraffs raccontano un episodio divertente: “Una volta mentre suonavamo ci avevano completamente abbassato il volume davanti delle casse e quindi si sentiva più in spia, noi eravamo dall’altra parte del palco rispetto al pubblico. Per cui abbiamo chiamato il pubblico dietro al palco, quindi tutti sono saliti sul palco, sono andati tutti dietro, ci siamo ritrovati in un mischiume di palco e pubblico, cioè non c’era più una definizione tra la distanza, che poi a noi è quello che vogliamo sempre un po’ mirare a rompere, non ci piace questa sorta di schermo, di divisione tra palco e persone davanti. E lì fu bello, perché bene o male il fonico, a cui chiediamo ancora scusa, ha smattato male anche perché c’era gente che ballava sul palco, nel video vedi proprio un frame di cui c’è una ragazza che stava ballando e pesta il mixer. Diciamo che non se lo aspettava, prima di noi hanno suonato altre band ma che erano molto tranquille, forti ma con volumi più mantenibili. Non se lo aspettavano e questo sempre anche un po’ la carta bella della band.”

Le foto e il video sono state realizzate da Paul Pastelli

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