15, Novembre, 2024

La strage di San Pancrazio: memoria e testimonianze a 80 anni dal massacro in Valdambra

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San Pancrazio, nel comune di Bucine, è un piccolo borgo situato su un contrafforte dei monti di Palazzolo tra la Valdambra e la Valdichiana, che è stato teatro di una  crudele rappresaglia tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. A seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Italia si trovò in una situazione di caos, con la presenza delle forze tedesche e della Repubblica Sociale Italiana da una parte, e la nascita di gruppi partigiani dall’altra.

Nella Valdambra, molti gruppi partigiani operavano attivamente contro le truppe tedesche, contribuendo alla tensione e all’instabilità nella regione. La Banda Renzino, guidata da Edoardo Succhielli detto “Renzino”, era uno dei gruppi più attivi e aveva la sua base operativa nelle colline tra Civitella e San Pancrazio. Gli attacchi partigiani contro le forze tedesche, tra cui l’uccisione di ufficiali tedeschi il 23 giugno 1944, innescarono una serie di violente rappresaglie contro la popolazione civile.

Gli eventi del 29 Giugno 1944. Al mattino del 29 giugno 1944, truppe tedesche della Divisione “Hermann Göring”, comandate dal tenente generale Wilhelm Schmalz, circondarono il borgo di San Pancrazio. Questo giorno coincideva con la festività dei Santi Pietro e Paolo, quindi molti abitanti erano rimasti a casa o si erano recati in chiesa per la messa. Alle prime luci dell’alba, i tedeschi entrarono nel paese e iniziarono a svegliare i civili con raffiche di mitragliatrici, ordinando loro di uscire dalle case e radunarsi nella piazza.

La strage. Gli uomini furono separati dalle donne e dai bambini e rinchiusi in una grande cantina appartenente alla proprietà dei Pierangeli. Le truppe tedesche appiccarono il fuoco al paese, costringendo coloro che si erano nascosti nelle soffitte e nelle cantine a uscire dai loro rifugi, solo per essere catturati e uccisi. Gli uomini imprigionati nella cantina furono fatti uscire uno alla volta e uccisi con colpi di pistola alla nuca. I loro corpi furono poi accatastati, cosparsi di benzina e bruciati. Tra le vittime c’era anche il parroco del paese, don Giuseppe Torelli, che fu ucciso insieme ai suoi parrocchiani. La brutalità della strage non risparmiò nessuno: 74 abitanti di San Pancrazio furono massacrati.

Testimonianze

Sergeant John Clarke. Il sergente John Clarke, un fante del 6° Black Watch Regiment della 12a Brigata britannica, ha scritto un resoconto dettagliato dell’evento:

Il 6° Black Watch si trovava nelle trincee a circa mezzo miglio da San Pancrazio, in attesa che il resto della 12a Brigata si unisse a noi, quando un nutrito gruppo di donne e bambini arrivò dal paese correndo giù per il pendio. Urlavano a squarciagola. Temendo che potessero rivelare la nostra collocazione, dovemmo farli allontanare dal punto in cui ci trovavamo. Dissero che i tedeschi erano entrati nel paese a bordo delle ambulanze. Ne erano uscite le SS che avevano rastrellato gli uomini, li avevano portati tutti dentro al mulino e li avevano fucilati. Io entrai nel paese col mio plotone, le donne correvano dietro di noi per cercare i loro uomini. Una bambina piccola stava smuovendo le macerie gridando ‘papà, papà’. Io la presi in braccio per confortarla, le chiesi il suo nome e lei rispose ‘Adriana’…”

Diario di Guerra della 4a Divisione. Il diario di guerra della 4a Divisione descrive l’entrata del 2° Royal Fusiliers a San Pancrazio:

”Dopo la ritirata del 16 luglio, le W e XY Companies del 2° Royal Fusiliers, insieme allo A Squadron del 14° Canadian Armoured Regiment, andarono avanti a San Pancrazio, dove appresero dai civili ancora lì, stupefatti e logorati dalle azioni di guerra, che i tedeschi se ne erano andati durante la notte. Il paese era ridotto a un ennesimo penoso mucchio di rovine che pesano sulla coscienza del fascismo italiano; ma come ostacolo militare valse a poco. Dappertutto si sentivano storie di furti indiscriminati, rappresaglie, uccisioni gratuite e stupri.”

Il Museo della Memoria di San Pancrazio. Per non dimenticare gli orrori di quel giorno, è stato istituito il Museo della Memoria di San Pancrazio, situato nella cantina dell’edificio in cui avvenne la strage. Il museo raccoglie documentazione e testimonianze dell’eccidio, e il Centro Interculturale Don Giuseppe Torelli, dedicato al parroco vittima della strage, promuove una cultura della pace e della memoria storica.

La strage di San Pancrazio rappresenta un capitolo oscuro della storia italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Le atrocità commesse dai tedeschi nel tentativo di reprimere la resistenza partigiana lasciarono un segno indelebile nella memoria collettiva della comunità locale e della nazione. Il ricordo delle vittime e il lavoro di preservazione della memoria sono fondamentali per impedire che simili tragedie si ripetano.

 

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