26, Luglio, 2024

11 ore di intervento in Veneto: Sangiovannese salvato da un tumore giudicato “inoperabile”

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Una recidiva di tumore, giudicata inoperabile in più sedi, è stata estirpata con un intervento estremo durato 11 ore di sala operatoria che ha consentito di portare via in blocco una “colata neoplastica” che, da sotto il diaframma, si estendeva fino alla biforcazione iliaca, coinvolgendo massivamente diaframma, milza, rene sinistro, aorta e vena cava. Protagonista suo malgrado della vicenda è Alessio, 50 anni di San Giovanni Valdarno, colpito da una recidiva di carcinoma surrenalico, che così ha avuto salva la vita. L’intervento è stato condotto dal dottore Pierluigi Pilati, direttore della UOC Chirurgia oncologica delle vie digestive e del Dipartimento di Chirurgia Oncologica dell’Istituto oncologico veneto, dal dottore Mario Gruppo della stessa unità, dal chirurgo vascolare Sandro Irsara e da due giovani chirurghi in formazione.

“Eravamo in presenza – spiega il Dott. Pilati – di una colata di tumore, che apparentemente non presentava capacità di scollarsi dalle pareti dell’aorta, della cava e di tutti gli altri vasi che vi si dipartono, una situazione clinica cosiddetta ‘senza piani di clivaggio’. Il paziente era precedentemente stato sottoposto a più linee di chemioterapia e non aveva più altre opzioni di terapia sistemica. L’unica possibilità era operarlo, cosa fino a quel momento giudicata non fattibile. Noi abbiamo riconsiderato il caso e deciso per l’intervento previo trattamento radioterapico, con lo scopo di delimitare la malattia neoplastica pur tenendo presente l’alta eventualità che comunque non si potesse essere curativi con la chirurgia: invece in undici ore di lavoro siamo riusciti a scollare il tumore fino al piano osseo, portandolo via interamente dalla parete del diaframma fino alla regione iliaca. Macroscopicamente l’intervento è risultato radicale, e anche l’esame istologico definitivo ha confermato l’assenza di residui microscopici di tumore”.

Alessio ha appena effettuato un controllo, andato per il meglio. Prossimo appuntamento, di monitoraggio, tra tre mesi. “La complessità è stata nel riuscire a isolare tutte le strutture anatomiche – continua il Dott. Pilati – con un margine macroscopico libero da malattia, e riuscire a isolare le strutture vascolari, salvandole”.

“Sto bene – conferma Alessio – nella mia degenza allo IOV ho sempre avuto l’impressione e la conferma di estrema professionalità e gentilezza da parte di tutti coloro, medici e operatori, che ho incontrato. Ho avuto un’esperienza operatoria importante, in un regime difficile come quello dato dal Covid ma sono sempre stato seguito con grande disponibilità, al di là del merito tecnico dell’intervento che è perfettamente riuscito. In un paio di occasioni sono stato sostenuto anche da una psicologa. Non posso dire che bene della mia esperienza. Ho scelto lo IOV personalmente dopo varie consultazioni per trovare un ambiente multidisciplinare che assicurasse una visione a 360 gradi del mio problema oncologico e devo dire che in questo sono stato assolutamente ripagato. Rifarei la stessa scelta”.

“Grandi competenze chirurgiche, unite alla volontà di riuscire andando sempre più in là – commenta il Direttore Generale dello IOV-IRCSS Patrizia Benini – compiono imprese straordinarie. A volte è l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta, e la storia di Alessio è un’ottima sintesi tra professionalità medica, voglia di fare e di dare il massimo, speranza ben riposta. Grazie ai nostri professionisti che anche di fronte a vite che sembrano definitivamente segnate, cercano e trovano nuove opportunità per dare ancora vita agli anni”.

 

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