Per le disposizioni anticontagio impossibile il corteo. Due le tappe organizzate: davanti al presidio e in piazza Marsilio Ficino
"Per la prima volta tutti e tre i sindaci del Valdarno fiorentino sono in sintonia con le richieste nostre e della popolazione. E' un fatto importante. Riteniamo una provocazione del direttore generale Morello, di Rossi e della Saccardi aver dirasmato un comunicato senza specificare cosa comporta sul pronto soccorso. A noi interessa capire se questo ospedale viene messo in sicurezza e quindi deve essere riaperto il pronto soccorso H24, con la subintensiva, con la chirurgia attiva, l'ortopedia, dovranno essere mandati medici, chirurghi, cardiologi, anestesisti. Mancano quattro tecnici di radiologia per riaprire la notte e cinque tecnici di laboratorio analisi. Questa è una proposta accettabile altrimenti la Asl, Rossi e company prendono in giro la popolazione. Annunciamo che il 5 porteremo il Valdarno a Firenze. Questo ospedale deve essere potenziato". Con questo intervento Andrea Calò, dei Cobas Asl Toscana centro, che insieme al Comitato per salvare il Serristori e il Calcit del Valdarno fiorentino ha organizzato la serata, ha aperto la manifestazione in difesa dell'ospedale Serristori.
Tante le persone che hanno preso parte alla serata che, per dispositivi anticontagio, non ha visto il corteo ma due momenti distinti: Il primo proprio davanti al Serristori, il secondo in piazza Marsilio Ficino.
Presenza importante quella dei tre sindaci del Valdarno fiorentino: Giulia Mugnai, di Figline Incisa, Crisiano Benucci, di Reggello, Daniele Lorenzini, di Rignano, con le rispettive giunte. Hanno preso parte anche tutte le forze politiche del territorio, Pd, Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Movimento 5 Stelle, Liste civiche Figline Incisa Valdarno, Italia Viva, e poi Croce Azzurra e Misericordia, le Contrade di Figline, dipendenti dell'ospedale e tanti cittadini.
La manifestazione si è conclusa in piazza Marsilio Ficino dove hanno preso la parola Domenico Mangiola, Cobas Toscana centro, e rappresentanti del Calcit, del Comitato per salvare il Serristori e dell'associazione Il sorriso di Enrico.
Andrea Calò ha ribadito le motivazioni della manifestazione rivelando anche un grave atto compiuto da un professionista nei confronti di Domenico Mangiola. "Vogliamo che l'ospedale venga aperto in sicurezza". E Calò ha ringraziato ancora una volta i sindaci del Valdarno fiorentino per la loro significativa presenza e i medici e gli infermieri del Serristori per il lavoro svolto ogni giorno.