25, Novembre, 2024

“Serristori riapre ma perde il reparto di Medicina A”, Forza Italia critica con la ASL

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Intervento dell’onorevole Erica Mazzetti, Jacopo Cellai, capogruppo a Firenze, del vicecoordinatore Giampaolo Giannelli e di Andrea Migliorini, responsabile provinciale sanità: “Scelta incomprensibile. Rossi e Saccardi sveglia. Assurdo eliminare 20 posti in un reparto strategico

“Serristori riapre ma perde il reparto di Medicina A. A fronte della riapertura del Pronto soccorso infatti, arriva conferma della volontà dell’Asl di eliminare contestualmente il reparto di Medicina A”, sulla questione dell'ospedale di Figline intervengono l'onorevole Erica Mazzetti, Jacopo Cellai, capogruppo a Firenze, il vicecoordinatore Giampaolo Giannelli e Andrea Migliorini, responsabile provinciale Sanità. 

“La decisione è da ricondurre alla volontà di garantire maggiore sicurezza nei percorsi Covid dal momento che, come stabilito da un’Ordinanza regionale, tutti i pazienti in attesa di ricovero devono essere sottoposti a tampone. Sarà proprio il reparto di Medicina A ad essere sacrificato e riconvertito in area di attesa e sorveglianza dei pazienti sottoposti a tampone, provocando quindi un impatto profondamente negativo sulla funzionalità del presidio figlinese. Dopo aver già sofferto di un taglio di servizi sanitari, dovuto all’emergenza in corso, è assurdo ritrovarci di nuovo di fronte ad una scelta così incomprensibile dell’Asl, che adesso decide di eliminare oltre 20 posti di un reparto fondamentale senza fornire motivazioni o argomentazioni in merito”.

“Si tratta quindi – rimarcano – dell’ennesima decisione, assolutamente non condivisibile, di cui non si comprende l’obiettivo e che, certamente, cozza con la volontà di riaprire il Pronto soccorso, perché non assicura il percorso completo di cura del paziente, oltre a non trovare collocazione nel più ampio quadro complessivo di potenziamento del Serristori. Diciamo all'azienda sanitaria basta alle improvvisazioni e al pressapochismo, occorre un piano strategico complessivo per la salvaguardia della struttura ospedaliera”.

Mazzetti, Cellai, Giannelli e Migliorini concludono: “La sanità toscana sta facendo acqua da tutte le parti e questa ne è l’ulteriore riprova. Ricordiamo le centinaia di ore di straordinari, centinaia di giorni di ferie accumulate e non fruite, mancato indennizzo per chi ha contratto il Coronavirus sul lavoro, incertezza sul bonus regionale, demansionamento per gli infermieri costretti al trasporto delle salme hanno spinto il Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, a proclamare lo stato di agitazione in tutto il territorio regionale toscano. Una mobilitazione annunciata a Prefetti e direzioni generali delle Asl di Toscana Centro e Toscana Sud Est e alle Aziende Ospedaliere Universitarie di Siena, Careggi e Meyer. Rossi e Saccardi dove siete?”.

 

 

Articoli correlati