“Di fronte a questo silenzio complice noi non resteremo in silenzio, partecipando alla manifestazione indetta per il 26 giugno alle ore 21 per difendere con forza il nostro ospedale
Sulla questione Serristori il Comitato sollecita di nuovo l'intervento del sindaco di Figline Incisa che, invece, "tace imperturbabile. Non fornisce spiegazioni, non conferma e non smentisce, venendo meno al suo dovere istituzionale di informare la popolazione".
Il Comitato ripercorre le vicende degli ultimi mesi: "Il 16 marzo la sindaca si prende la responsabilità di chiudere il pronto soccorso di notte: 'In queste ore mi sono confrontata a lungo con l’assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi e il direttore generale della Ausl Toscana Centro, Paolo Marchese Morello, raccogliendo la necessità di chiudere il Pronto Soccorso del Serristori nelle ore notturne'. Dopo un mese, il 13 maggio, la sindaca ci ripensa e sbotta, chiedendo la riapertura H24: 'Non possiamo più attendere oltre, la pazienza è davvero finita'. Il giorno dopo anche il Pd locale le va dietro 'L'assessore Saccardi che è al timone della sanità toscana, si muova celermente per mantenere quello che ha sempre promesso – afferma il segretario Enrico Stefanini – risponda ai messaggi dell'Amministrazione, verifichi di persona, per dare finalmente gambe alle parole'. Ormai siamo a giugno inoltrato e tutto tace. La sindaca ha forse cambiato partito?".
“Il suo è diventato un silenzio complice delle scelte finora adottate – afferma Clara Mugnai – La sindaca ha il dovere di riferire cosa le è stato detto dai responsabili della sanità regionale e dell’Azienda sanitaria. Cosa è successo nel frattempo? Forse la notizia che a settembre si svolgeranno le elezioni regionali ha messo il silenziatore alla sindaca e al Partito democratico? La sindaca diceva di aver perso la pazienza, invece ha perso la voce”.
“Anche se mancano pochi mesi alle elezioni regionali – aggiunge la rappresentante del Comitato per il Serristori – la sindaca di Figline deve ricordarsi che svolge un ruolo istituzionale e non per beneficenza, bensì viene lautamente pagata con i soldi pubblici. Se non è in grado o non è capace, come molti pensano, di svolgere quanto previsto dalla sua carica, soprattutto a difesa dell’ospedale, allora si dimetta. Dovremo rivolgersi al Prefetto perché sia riconosciuto il nostro diritto a essere informati? Cosa abbiamo fatto di male noi cittadini per meritarsi una sindaca come questa? Di fronte a questo silenzio complice noi non resteremo in silenzio, partecipando alla manifestazione indetta per il 26 giugno alle ore 21 per difendere con forza il nostro ospedale”.