Giulia Mugnai spiega i motivi per i quali ha condiviso le decisioni della Regione e della Asl anche se al momento non stato firmato alcun documento
"Il piano presentato oggi dall'assessore regionale Bezzini traccia la strada per la ripartenza dell’Ospedale Serristori, anche nella prospettiva dell’uscita dall’emergenza Covid. Lo fa con un primo passo importante, ovvero prevedendo il rafforzamento dei servizi e alcuni investimenti straordinari attesi da molto tempo. È un segnale concreto di come ci sia stata una presa in carico da parte della Regione Toscana, che ha riconosciuto la necessità di rilanciare il nostro presidio ospedaliero e il suo ruolo essenziale e strategico nell'area metropolitana e in tutta la Toscana". Inizia così il comunicato congiunto che i sindaci dei Figline Incisa, Reggello e Rignano hanno redatto dopo la presentazione della riorganizzazione presentata dall'assessore regionale alla sanità Simone Bezzini per l'ospedale Serristori.
Abbiamo interpellato il sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai, visto che la Regione afferma che la riorganizzazione è stata condivisa dai sindaci dei territori interessati: "Sicuramente c'è un confronto che va avanti da diversi mesi tra i sindaci, l'assessore Bezzini e la Asl Toscana centro sulla ripartenza del Serristori dopo il periodo in cui i servizi sono stati sospesi per l'emergenza, l'ospedale è stato Covid per diversi mesi. In questo confronto noi abbiamo chiesto come sindaci in maniera molto chiara che ci fosse una ripartenza del presidio ospedaliero che prevedesse un rafforzamento e l'incrementazione dei servizi, soprattutto superando la situazione nella quale c'erano continue carenze di personale, ed i lavoratori operavano in emergenza, in difficoltà enormi. Insieme agli altri sindaci abbiamo fatto questa richiesta. E' emersa una volontà precisa dell'assessorato di lavorare sul Serristori perchè possa rimanere un presidio di prossimità del territorio svolgendo un ruolo con l'incrementazione delle chirurgie già da giugno con l'utilizzo delle sale operatorie sette giorni su sette. La proposta che fa la Asl è un utlizzo massiccio delle sale operatorie sul 90% rispetto al 60% attuale".
"Abbiamo chiesto l'incrementazione dei reparti di medicina creando un collegando diretto con i medici di famiglia dando risposte dirette al territorio, la telemedicina, incrementazione della diagnostica, le specialistiche e una riorganizzazione del Pronto soccorso simile al precedente. Non si può pensare ad altro: non c'è nè la terapia intensiva nè la chirurgia d'urgenza. Parliamo di un Primo soccorso in cui tutte le traumatologie e le patolgie più piccole possano essere prese in carico, con numeri e personale adeguati, cosa che non c'era prima della pandemia. Questo ospedale deve essere destinato a risorse umane ed economiche importanti come gli altri presidi. Tra l'altro in Toscana si sta discutendo sul bisogno di investire nella sanità territoriale: è chiaro che parte delle risorse che arriveranno in Toscana dal Recovery fund devono andare anche al nostro presidio e questo è ciò che si è chiesto. Per la prima volta dall'azienda sanitaria abbiamo visto un segnale concreto di volere investire sul presidio. Tuttavia, visto che promesse ne abbiamo avute tante e molte sono state disattese, come sindaci abbiamo chiesto che vi sia davvero la dimostrazione di questo impegno, già dall'estate e di questi incrementi annunciati. Noi aspettiamo di vedere che gli impegni rappresentati siano quelli reali e tangibili".
Sul pronto soccorso, che verrà trasformato in Primo soccorso per i codici a minore criticità, per la piccola traumatologia e le problematiche legate a patologie minori, il sindaco continua spiegando ancora: "Il Serristori non ha più accolto negli anni interventi o patologie importanti perchè da anni già non ha terapia intensiva e chirurgia d'urgenza. Da tempo, in seguito alla riorganizzazione sanitaria, le patologie che hanno bisogno di reparti specializzati non vengono più trattate negli ospedali minori, per la sicurezza delle persone. Al Serristori l'azienda sanitaria ha scelto di non avere all'interno determinati reparti. Sappiamo cosa è stato l'ospedale negli ultimi dieci anni, che in questo periodo non c'è mai stata la volontà di investire nelle risorse e che l'azienda sanitaria non ha mai preso di petto la questione: questa può essere l'occasione per investire perchè per la prima volta vedo un segnale della sua volontà di farlo".
"Per ora sono però impegni ed aspettiamo di vederli misurati sul campo. Continuare come siamo stati finora, però, non dà risposte al territorio. Adesso si parla di far tornare medicina e chirurgia. Io ad oggi non ho firmato alcune documento perchè dobbiamo misurare gli impegni presi".
Giulia Mugnai, infine, unitamente ai sindaci di Reggello e di Rignano, conclude: "Adesso chiediamo però di partire in fretta, cominciando con la piena ripresa dell'attività chirurgica già dal mese di giugno. Noi sindaci ci impegniamo a verificare in maniera costante e fin da subito che gli impegni siano mantenuti. Non possiamo permetterci altre promesse prese e poi disattese. Il dramma della pandemia ha quanto meno offerto un’occasione storica per ripensare la sanità territoriale. Ed è un’occasione che non possiamo perdere".