Quattromila firme contro la chiusura del pronto soccorso del Serristori di Figline, raccolte tramite una petizione on line e dai banchini presenti durante il mercato, sono state consegnate alle tre Amministrazioni di Figline Incisa, Reggello e Rignano dal Calcit del Valdarno fiorentino, dal Comitato Serristori e da IdeaComune.
Al termine dell’incontro, le tre associazioni promotrice delle petizioni pubbliche hanno consegnato anche un documento congiunto ai rappresentanti delle tre Amministrazioni municipali, con il quale si invitano i tre Comuni del Valdarno fiorentino a farsi promotori di un urgente incontro con i dirigenti della Sanità regionale e della USL Toscana Centro “per richiedere una deroga al regolamento che definisce i parametri per la classificazione delle strutture ospedaliere, tutto ciò al fine di riqualificare il Serristori come ‘Ospedale di Base per Acuti’ con una struttura di Pronto Soccorso organizzata per effettuare 24 ore su 24 interventi di emergenza-urgenza e stabilizzazione clinica, ripristinando così le normali condizioni operative esistenti prima del 2020, già stabilite con il Patto Territoriale del 2013”.
“Proprio ai parametri previsti dalla cosiddetta Legge Balduzzi aveva fatto riferimento, nelle settimane scorse, il direttore generale della Asl Toscana Centro per negare la possibilità di una riapertura del Pronto Soccorso all’ospedale di Figline”. Il Calcit Valdarno Fiorentino, il Comitato per Serristori e l’associazione IdeaComune ritengono che “sia possibile attuare una deroga al regolamento, superando gli attuali vincoli (ovvero: bacino di utenza, distanza dal DEA più vicino, e il numero di accessi Pronto Soccorso, inferiori ai parametri previsti dal Decreto), poiché la stessa cosa è già stato fatta nel 2019 quando, grazie anche al determinante impegno della Sindaca di Montevarchi, l’ospedale della Gruccia fu promosso da Ospedale di Base a Ospedale di 1° livello, con deroga specifica per il mancato rispetto di alcuni parametri del Decreto. Anche in quel caso si trattava del bacino di utenza e del numero di accessi al Pronto soccorso che risultavano inferiori a quanto previsto dalla legge Balduzzi”.