Il Calcit Valdarno Fiorentino scrive alla Asl Toscana Centro, al direttore sanitario del Serristori e all’assessore regionale al diritto alla salute
Dopo la chiusura avvenuta nel 2017 ancora l'ospedale Serristori di Figline non ha un punto ristoro. A denunciare il disagio pre i cittadini è il presidente del Calcit Valdarno Fiorentino, Bruno Bonatti, che in merito ha anche scritto alla Asl Toscana Centro, al direttore sanitario del Serristori Maurizio Grifoni e all'assessore regionale al diritto alla salute Stfania Saccardi.
"La mancanza oltre a rappresentare un reale problema per tutti gli operatori dell’ospedale – spiega Bonatti – soprattutto dopo la chiusura della mensa aziendale, crea concrete difficoltà per i degenti ospiti della struttura, per coloro che vi si recano per analisi e indagini diagnostiche, per quanti visitano i malati nell’antica Villa di San Cerbone, oltre naturalmente che per gli impagabili donatori di sangue che devono consumare la colazione dopo il prelievo. I vantaggi del bar sono venuti a mancare il 31 ottobre 2017, quando è scaduto l’appalto dell’Azienda Sanitaria con gli ultimi gestori che si occupavano del punto di ristoro collocato nelle immediate vicinanze dell’Ospedale, nell’indifferenza generale della collettività, ma soprattutto dell’Usl Toscana Centro che, al momento, non ha dichiarato espressamente i suoi intenti al riguardo, mentre la mancanza di questo servizio di pubblica utilità sta incidendo negativamente sullo svolgimento delle attività quotidiane all’interno del Presidio figlinese”.
"Effettivamente sono stati potenziati i distributori di bevande calde e ghiacciate, collocati in diverse parti del Centro Sanitario, ma non pochi sono comunque i problemi in essere per i dipendenti e per tutti i fruitori della struttura, soprattutto dal punto di vista della socializzazione, molto importante anche nella cura delle diverse patologie. Il Calcit auspica, quindi, un soluzione al problema invitando la Usl Toscana Centro, alla quale ha già inviato una missiva, proprio come al direttore sanitario del “Serristori” Maurizio Grifoni e per conoscenza all’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, a intervenire nella delicata questione, ripristinando un servizio di importanza strategica per la cura dei malati".