Superato il numero necessario per la richiesta del referendum. Adesso la parola passerà alla presidenza della Regione Toscana. Se verrà dichiarata l’ammissibilità del referendum, entro novembre la raccolta delle 40.000 firme
4.800 firme raccolte. Lo scopo era quello di richiedere il referendum per abrogare la legge regionale sul riordino del servizio sanitario. 1.054 sono state quelle ottenute in Valdarno in sei settimane, dal 18 aprile al 31 maggio. Il Comitato per la sanità pubblica continua la mobilitazione per cambiare la riforma del sistema sanitario toscano.
Adesso i prossimi passi. Il presidente della Regione Toscana dovrà ritenere ammissibile il referendum: erano necessarie 4.000 firme ne sono state raccolte molte di più. Una volta ottenuto il via libera dalla Regione partirà la raccolta delle 40.000. Questo non potrà accadere prima di novembre o dicembre.
Per il Valdarno è stato il dottore Lucio Colonna a sensibilizzare i cittadini e a raccogliere le firme: "Grazie a tutte le organizzazioni, partiti, liste cittadine, singoli cittadini e consiglieri comunali che hanno affiancato il Comitato impegnandosi pubblicamente nella raccolta e che hanno costantemente sottolineato la trasversalità della battaglia contro la politica sanitaria del presidente Rossi, che fin dal 2002 ha lavorato per impoverire la sanità pubblica valdarnese".
"Purtroppo, mentre vengono attivate le necessarie procedure giuridico-amministrative per l'ammissione del quesito referendario, l'azione devastante del presidente Rossi sulla sanità pubblica toscana già comincia a dispiegarsi, per esempio attraverso l'individuazione degli "esuberi" e nel premiare i Direttori Generali più efficienti in questa azione. E già nella fase di costituzione delle mega-aziende il dibattito è sulla sede dei centri decisionali, se ad Arezzo, Siena o Grosseto, lasciando ancora più che nel passato il Valdarno alla periferia dell'impero. Con buona pace di chi sostiene che per noi, andare con Siena o Firenze cambia poco o nulla".