23, Dicembre, 2024

Referendum abrogativo: la Regione rimanda la presentazione delle firme, il Comitato protesta. Vince la voce dei cittadini

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Doveva essere questa mattina il termine per la presentazione delle firme necessarie per indire il Referendum abrogativo della legge regionale 28 sul riordino del sistema sanitario. La Regione invece ha rimandato all’11 novembre ma il Comitato organizzatore non ci sta e protesta. “Non ci muoveremo da qui finchè le firme non saranno prese”. Alla fine interviene Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale

La Regione rimanda la data della presentazione delle firme ma Giuseppe Ricci, del Comitato per la Sanità pubblica, organizzatore del Referendum abrogativo della legge regionale 28 sul riordino del sistema sanitario, non ci sta e non intende lasciare il palazzo della Regione Toscana senza aver prima consegnato al Collegio di Garanzia le firme raccolte e necessarie ad attivare le procedure per indire il Referendum. 55.500, invece delle 38.000 richieste. Di queste ben 4.589 sono state conseguite in Valdarno. Tutte sistemate in quattro borsoni rossi. È l'atto determinante di una mattina convulsa nella quale il Comitato ha anche minacciato di occupare la sala del consiglio regionale. Poi la risoluzione positiva.
 

L'accoglimento delle firme era stato deciso per oggi: ieri, poi, lo slittamento della data all'11. Il Comitato non ha preso bene la notizia ed è andato comunque in Regione dove era atteso anche dai consiglieri regionali delle opposizioni.

La protesta del Comitato ha avuto però alla fine un esito positivo: il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani, uscito dalla sala ha accolto in prima persona insieme al presidente del Collegio di garanzia Merlini le firme. Alla fine hanno prevalso le ragioni della gente. Grazie al Comitato e ai cittadini invece delle 38.000 necessarie sono state ben 55.500 le firme raccolte.
 

La consegna delle firme:
 

Adesso l'attesa e poi l'organizzazione del Referendum che con molta probabilità verrà indetto nella prossima primavera.

Le conclusioni di Giuseppe Ricci
 

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