L’assenza del medico non è stata seguita da una sostituzione da parte della Asl: e così i donatori sono stati rispediti a casa. Per la capogruppo della Lista Serristori, è l’ennesimo caso legato a carenze la cui responsabilità e dell’azienda sanitaria
Sono dovuti tornare a casa senza effettuare la loro donazione di sangue, i donatori volontari che ieri mattina si erano presentati al centro trasfusionale dell'Ospedale Serristori. A causa della mancanza improvvisa del medico di servizio, non sostituito dall'Azienda sanitaria, effettuare la donazione non è stato possibile. E si riaccendono così le polemiche.
"La gravità – commenta la capogruppo della Lista Serristori, Valentina Trambusti – consiste nel fatto che non sia stato mandato dall’Azienda sanitaria un medico in sostituzione, sospendendo così l’attività trasfusionale di un Ospedale. A cosa serve essere in rete con gli ospedali dell’OSMA o in questo caso anche con Borgo San Lorenzo, se all’assenza improvvisa del medico si preferisce mandare a casa i donatori, invece di mandare un sostituto? Che senso ha, allora, la campagna delle donazioni di sangue fatta dalla Regione Toscana, se si assiste a queste gravi carenze?".
Per il Centro Sangue del Serristori, la carenza di personale è un problema che si ripropone da alcuni anni. "Una situazione che non è davvero più sostenibile. Non solo per i turni massacranti del personale infermieristico, ma perché un’assenza del genere poteva anche ripercuotersi sugli interventi chirurgici di urgenza", attacca Trambusti. "Inutili le rassicurazioni che sono state fatte dall’Azienda al Calcit, sappiamo le difficoltà che i pazienti dell’oncoematologia riscontrano a causa della carenza del personale del centro sangue".
Rispedire a casa i donatori, invece di cercare un sostituto al medico assente, secondo la capogruppo della Lista Serristori è un comportamento aziendale che "desta preoccupazione, conferma cioè lo stato di precarietà e di abbandono del presidio a dispetto delle rassicurazioni costanti che ogni volta sopraggiungono da parte dell’Azienda e dall’Amministrazione comunale. Dai patti territoriali del 2013, il centro trasfusionale sarebbe dovuto essere stato rilanciato, invece si assiste ogni giorno a episodi che di rilancio hanno ben poco".
Un altro pezzo fuori posto, che si somma alla week surgery ancora in stand-by, nonostante la fine dell'estate, dimostrata dalla mancanza dei turni di lavoro degli infermieri che prestano in quel reparto il loro servizio. "È mai possibile – conclude Valentina Trambusti – che ancora questi Dirigenti siano sempre in ferie, facendo così mancare un’adeguata risposta alle difficoltà che via via si vengono a creare nel presidio e alle quali sono pagati per rispondere e non a far finta che vada tutto bene?".