I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno presentato una interrogazione in consiglio sul problema dei pendolari rivolta in particolare all’assessore Ceccarelli. Presente alla conferenza stampa Tommaso Pierazzi di San Giovanni che ha incentrato l’attenzione sui disagi patiti dai cittadini del Valdarno
Il Movimento 5 Stelle in Regione e quello di San Giovanni a fianco dei pendolari che in questi anni hanno subito enormi disagi. "Alla giunta diciamo: meno dichiarazioni e più fatti". Nella conferenza stampa tenutasi a Firenze è stata presentata l'interrogazione rivolta in maniera particolare all'assessore Vincenzo Ceccarelli e sono state spiegate le motivazioni.
“Abbiamo scritto questa interrogazione raccogliendo le istanze dei pendolari del Valdarno, stufi di una giunta Rossi preoccupata più delle dichiarazioni da rilasciare alla stampa che della soluzione tangibile ai loro problemi – ha affermato Gabriele Bianchi – Quest’estate la tratta ferroviaria Arezzo – Firenze è stata segnata da episodi incredibili di disagio e incuria. Abbiamo visto persino saltare una porta di un treno nuovo, appena presentato come soluzione al problema dei pendolari, per poi scoprire che quel mezzo non è idoneo alla tratta in concomitanza col passaggio dei treni dell’alta velocità. Ma c’è di più: il bonus promesso per i ritardi inqualificabili – qualcuno abbinato a soste sotto il sole e senza aria condizionata – è stato calcolato valutando l’orario d’arrivo finale, negando così il rimborso a tutti i pendolari delle stazioni intermedie".
"A Ceccarelli diciamo: basta dichiarazioni sediamoci al tavolo ed elaboriamo un piano serio di risoluzione dei questi problemi storici, da sempre irrisolti, di questa tratta. Partiamo da qualche indicazione contenuta nella nostra indicazione. Quando vorrà farlo noi siamo a disposizione”.
Alla conferenza è intervenuto anche Tommaso Pierazzi, attivista M5S di San Giovanni, e punto di raccordo con i Comitati dei Pendolari:
“Abbiamo bisogno di semplici iniziative di buon senso: oggi un pendolare che vuole arrivare a Firenze alle 7 deve prendere un treno che parte alle 4:57, perché ogni altra soluzione successiva arriva dopo quell’ora. Basterebbe rimodulare gli orari. Oppure altro caso eclatante è il gioco dei numeri: la Regione e Trenitalia dicono che per servire gli 8mila pendolari del Valdarno mettono a disposizione 10mila posti il giorno. Dimenticano di dire che il calcolo è sulle 24h mentre i pendolari si concentrano in tre ore ed è lì il disagio”.
"Ci siamo attivati tramite i comitati per dare una forma istituzionale alle istanze nei confronti della Regione. Vogliamo dare voce ai problemi dei pendolari valdarnesi e lo abbiamo fatto nei consigli comunali. Ma da parte di tutti i sindaci c'è stato un silenzio assordante".
L'interrogazione del Movimento 5 Stelle è rivolta al presidente e alla giunta regionale per sapere: "quali azioni intenda o abbia inteso mettere in atto nei confronti del gestore Trenitalia per la risoluzione descritte in premessa; se non ritiene opportuno inserire delle clausole nel contratto di servizio finalizzate a prevedere rimborsi per coloro che oggettivamente subiscono i ritardi, da applicare tramite conteggio dei ritardi medi verificatisi in ogni stazione del tratto percorso, anche se poi il treno durante il suo percorso complessivo riesce alla fine ad arrivare in orario; se intende garantire nuovi servizi sulla tratta in oggetto visto che i pendolari del Valdarno per raggiungere il capoluogo regionale sono obbligati ad usufruire di un treno che parte da Arezzo alle 5.00 della mattina, poichè dopo le 6.00 non ci sono treni che arrivano prima delle 7.00 a Firenze ( o per lo meno non ci sono coincidenze con Campo di Marte che permetterebbero di arrivare per quell'orario); che tipo di treni intende garantire sulla tratta lenta del Valdarno e che servizi intende garantire sulla linea Direttissima".