L’aumento di Frecce e Italo che percorrono ogni giorno la Linea aretina sta mettendo in crisi il trasporto regionale, quello utilizzato da migliaia di pendolari del Valdarno e non solo. Un problema che l’assessore regionale ai trasporti, Vincenzo Ceccarelli, torna a sottoporre all’attenzione del Ministero alle infrastrutture, guidato da Danilo Toninelli
La Linea ferroviaria aretina, quella della Direttissima che attraversa anche le principali stazioni del Valdarno, è ormai sovraffollata di treni dell'Alta Velocità. Un dato di fatto, che finisce per influire negativamente sul trasporto pubblico regionale, e quindi sui treni che utilizzano ogni giorno migliaia di pendolari.
Un problema che l'Assessore regionale ai trasporti, Vincenzo Ceccarelli, aveva già evidenziato direttamente al Ministero: e ora, alla luce di una situazione che peggiora invece di migliorare, Ceccarelli ha scritto di nuovo al Ministro Toninelli. "Gentile Ministro, le assicuro che risulta estremamente frustrante scriverle una nuova lettera, ma sento forte il dovere di rappresentare le istanze di decine di migliaia di utenti del servizio regionale che, come già spiegato nelle mie precedenti comunicazioni, stanno pagando il prezzo conseguente al proliferare senza soluzione di continuità di servizi alta velocità (Av)".
La lettera, oltre che al ministro Danilo Toninelli, è stata inviata anche al Gruppo Fs e alle Autorità per la Regolazione dei Trasporti e per la Concorrenza. "Da mesi – prosegue l'assessore – continuo a recepire segnalazioni da parte di cittadini e di amministratori pubblici, che evidenziano i danni prodotti dal proliferare sfrenato dei servizi ad alta velocità. Ad ogni cambio orario i servizi regionali nel Nodo fiorentino si piegano alle esigenze dell'Alta Velocità".
"Sulla linea Aretina il servizio cadenzato con orario mnemonico, su cui si era faticosamente costruito un sistema integrato ferro-gomma in tante stazioni, è stato smantellato, perdendo le corrispondenze fra i vari vettori, i treni modificati nell'orario non si contano più, da quelli come il 6604 Chiusi CT-Pistoia, che dal Valdarno porta a Firenze quasi un migliaio di persone, a treni apparentemente meno significativi, come il 6583 Prato Centrale-Firenze Campo Marte, che, posticipato di soli 5 minuti, ha messo in crisi decine di lavoratori impossibilitati ad entrare in orario al lavoro".
"Proprio per poter affrontare in modo costruttivo una riflessione sui temi accennati – ricorda l'assessore Ceccarelli – le ho scritto nello scorso mese di giugno, per chiedere un incontro da estendere anche ai comitati dei pendolari, anche e soprattutto in considerazione delle molte dichiarazioni da lei rilasciate, nelle quali ha sempre ribadito la centralità dei diritti dei pendolari nelle strategie del governo in tema di trasporto pubblico, con particolare riferimento a quello su ferro. A questa lettera non ho ricevuto, come di consueto, alcuna risposta. E questo mi sembra ancor più grave, visto che le avevo scritto anche in nome e per conto dei comitati dei pendolari".
"Se il Ministero continuerà ad essere sordo rispetto alle nostre sollecitazioni e le autorità competenti continueranno a consentire questo che ormai è lecito definire un sopruso ai danni dei più deboli – fa sapere Ceccarelli – credo che non resterà altro da fare se non assumere iniziative meno istituzionali, per essere ascoltati".