18, Dicembre, 2024

Il passaggio del fronte e la figura di Bujanov visti con gli occhi di un bimbo che allora aveva 8 anni

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Nikolaj Bujanov è stato un militare e partigiano sovietico. Era nato in Ucraina nel 1925 e trovò la morte nel ’44 a Castelnuovo dei Sabbioni. La sua è una breve storia, terminata da eroe, iniziata in Ucraina e finita in Italia durante il secondo conflitto mondiale. Nikolaj si arruolò nell’Armata Rossa e fu catturato dai nazisti, durante l’invasione dell’Unione Sovietica e venne, quindi, deportato in Italia per fronteggiare i partigiani. Lui, però riuscì a fuggire, trovando ospitalità presso una famiglia valdarnese e successivamente si unì ai partigiani del Valdarno aretino. Trovò la morte, che gli è valsa la medaglia d’oro al valor militare, durante un rastrellamento tedesco a Castelnuovo dei Sabbioni, quando per mettere in salvo le donne ed i bambini del luogo, ignorò l’ordine di ritirarsi e venne colpito a morte.

Dario Failli all’epoca aveva 8 anni, è nato infatti il 28 settembre del 1936 a Cavriglia e, nel luglio del 1944 viveva con la sua numerosa famiglia al Cetinale, in quella che poi diventò la Fattoria di Saltamerenda. In tempo di guerra era normale che le famiglie si riunissero, allargando il nucleo a fratelli, sorelle con consorti e figli e anche che le figlie venissero ricoverate in luoghi più sicuri per essere maggiormente protette, come successe a sua cugina Gina, la quale ha un ricordo vivo di quegli anni come Dario e che spesso veniva mandata da altri zii, in località Volpi sopra a Massa, assieme a tutto ciò che doveva essere preservato dalle razzie dell’esercito tedesco.

“Quando Gina rientrò a casa ebbe anche lei modo di conoscere Nikolaj, il “russo” come lo chiamavamo noi, un ragazzone alto, biondo e con gli occhi azzurri – racconta Dario Failli – visto che lui aveva trovato rifugio presso la mia famiglia per qualche tempo, assieme ad altre due famiglie di sfollati sangiovannesi. Ricordo – aggiunge Failli – che una di queste famiglie aveva una figlia di nome Nicla, della quale Nikolaj si innamorò, tanto che io da bambino sentivo sempre dire che erano fidanzati! Erano i giorni del passaggio del fronte, quando il clima era particolarmente bollente ed i miei genitori ed anche quelli di Nicla erano particolarmente preoccupati dal fatto che i tedeschi potessero trovare un russo in casa e potessero ammazzarci tutti. Del resto, non volevamo certo abbandonarlo e mio padre suggerì di nasconderlo all’interno di un tino in cantina, fino a che non fosse passato il fronte. La madre di Nicla, Fedora, invece, preferì mandarlo in un rifugio a San Cipriano, dove mio padre e Fedora si recavano regolarmente a portargli il cibo. Nikolaj era un ragazzo coraggioso ed animato da grandi principi e non rimase a lungo nascosto, preferendo unirsi ai partigiani arroccati sopra Cavriglia. Qualche tempo dopo, venimmo a sapere che Nikolaj era stato ucciso dai tedeschi, da eroe, cercando di salvare le nostre donne ed i nostri bambini, reggendo fino a che, rimasto solo, venne catturato e freddato dalla furia tedesca – prosegue nel suo racconto Dario – tempo fa sono andato con mio figlio al cippo a Secciano per ricordare questo biondo, imponente, che aveva colpito la mia memoria di bambino, vivendo un periodo in casa mia” – termina Failli.

Gina Failli, invece è nata nel 1931, anch’essa a Cavriglia, ed è cugina di Dario, col quale ha vissuto un lungo periodo di tempo durante la guerra, fino a dopo il passaggio del fronte.

“Ricordo di aver vissuto un lungo periodo assieme alla famiglia di mio cugino Dario, anche se io venivo spesso mandata in Camonti, da altri zii, per ragioni di sicurezza – afferma Gina Failli – e ricordo di essere stata proprio lì esattamente nei giorni in cui ci fu la strage di civili a Castelnuovo nel luglio del 1944, momenti terribili che non possono essere dimenticati e che ancora provocano un dolore immenso. Ho conosciuto anch’io questo ragazzo russo, Nikolaj – prosegue Gina nel suo racconto – il quale aveva fatto amicizia con una signora sfollata che viveva con noi e faceva la staffetta, andando a portare notizie e cibo ai partigiani. Ricordo con nitidezza il giorno che arrivò a pranzo questo bel giovane, educato e riservato e si trattenne per un po’ di tempo. Quando ho saputo dalla radio, dopo che si era unito ai partigiani, che era stato ucciso dai tedeschi, per me è stato un grande dolore, come fosse morto un familiare e, sinceramente ancora mi commuovo” termina Gina Failli.

Un eroe alto, biondo e valoroso di nome Nikolaj Bujanov.

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