All’indomani della votazione in Consiglio regionale, il commento dei due sindaci di Montevarchi e San Giovanni. Silvia Chiassai ribadisce: “La Regione non ha ascoltato il territorio”. Maurizio Viligiardi sottolinea però che l’emendamento con la clausola valutativa può essere un’opportunità: “Ma occorre prendere una decisione”
Niente Distretto sanitario unico del Valdarno, per ora, a meno che non si spostino i confini delle Aziende sanitarie: all'indomani del Consiglio regionale, che ha bocciato la richiesta dei sindaci valdarnesi di 'scavalcare' i confini delle Asl e consentire comunque un distretto unico, arrivano i commenti dei primi cittadini di Montevarchi e San Giovanni. E l'obiettivo ora è di lavorare ad una posizione unanime, se possibile, per sfruttare quell'ultima opportunità rimasta, e cioè di confluire tutti in una unica Asl.
“La colpa per la mancata realizzazione del distretto sanitario unico non è dei sindaci, – accusa Silvia Chiassai – ma è una chiara responsabilità politica della Regione e del Pd che non ascoltano i territori. I sindaci del Valdarno aretino avevano trovato un accordo, pur avendo al loro interno anche punti di vista diversi. L’apertura della “clausola valutativa” di rivedere il tutto entro due anni, ha invece poco di concreto. Nella migliore delle ipotesi costringerà i Comuni a scegliere a quale Asl aderire: non capisco la soddisfazione espressa da alcuni rappresentanti politici del Pd che non hanno certo agevolato, ma anzi notevolmente complicato, la realizzazione di un distretto sanitario unico. Con la votazione di ieri è stata riaffermata la divisione del Valdarno, la dimostrazione che questa è una perimetrazione delle zone distretto fatta a tavolino dalla Regione, senza tenere in considerazione le istanze dei territori e dei suoi abitanti".
"Ringrazio – conclude il sindaco di Montevarchi – il consigliere Stefano Mugnai che, per ben due volte, si è fatto portavoce delle richieste del territorio. Mi preme comunque avvertire, in particolare il Pd, che non mollerò. Andrò avanti nel controllo delle promesse fatte dalla Asl. In questi due anni, vigilerò che ci sia un miglioramento e non un depauperamento dei servizi ospedalieri e socio sanitari, con l’impiego di risorse professionali, posti letto ed attrezzature necessarie, sempre nella prospettiva della costituzione del distretto sanitario unico del Valdarno. Mi riferisco in particolare al processo di integrazione tra i due presidi ospedalieri del Valdarno che non condivido ma che subisco, sopratutto nella delicata riorganizzazione del Pronto Soccorso della Gruccia già in netto affanno. Porterò avanti su tutti i tavoli istituzionali preposti, infine, l'istanza di ottenimento per la Gruccia della classificazione di presidio ospedaliero di 1 livello”.
Dal canto suo Maurizio Viligiardi, in qualità di sindaco di San Giovanni e di Presidente della Conferenza dei sindaci del Valdarno aretino, ritiene che la decisione del consiglio regionale abbia, in realtà, "lasciato una 'porta aperta' rispetto a una legge che impediva la revisione delle Asl e la possibilità di costituire nuove zone distretto". Sottolinea però che adesso "Ci vuole la volontà delle amministrazioni".
"L'approvazione dell'emendamento, che in pratica accoglie la nostra proposta, consente di allentare i vincoli normativi. Quindi prima ridefiniamo i confini delle Asl e poi parliamo di distretto unico".