Secondo il Comitato, nel mese di marzo i due treni più usati dai pendolari del Valdarno sono stati in ritardo quasi 8 volte su 10. “Ma la media mensile di puntualità, secondo Trenitalia, è addirittura al 98,7%”. Così non scatta il bonus ordinario: “E lo sconto per la neve è solo un premio di consolazione”
Uno scollamento fra la realtà che raccontano i dati pubblicati da Trenitalia, e quella percepita ogni giorno dai pendolari. A denunciare questa distanza è il Comitato del Valdarno, il cui portavoce Maurizio Da Re punta l'indice contro i dati sulla puntualità del mese di marzo. "Disagi e ritardi – spiega – non ci sono stati solo per la neve dei primi giorni di marzo, ma sopratutto per gli inchini all'Alta Velocità all'ingresso in Direttissima, così che i pendolari del Valdarno si sentono presi in giro dalla media mensile di puntualità, che secondo Trenitalia è ottima, al 98,7% per la linea aretina".
Il Comitato però presenta dati completamente diversi: "I due treni più frequentati quotidianamente dai pendolari valdarnesi sono stati in ritardo dal 75% all'80% dei casi, monitorati dal comitato sempre nel mese di marzo – spiega Maurizio Da Re – per questo contestiamo ancora una volta Trenitalia sui dati mensili dei ritardi e dell'affidabilità dei treni sulla linea aretina, e sul mancato bonus ordinario per i rimborsi, pari al 20% del costo dell'abbonamento".
Se il bonus dunque non scatta, per marzo i pendolari toscani stanno ricevendo lo sconto del 10% sul mensile per i problemi legati alla neve: ma per il Comitato è un 'premio di consolazione'. "Lo sconto del 10% sull'abbonamento di maggio come bonus per la neve e il maltempo di inizio marzo è valido per tutti i pendolari della Toscana – sottolinea il portavoce del comitato – ma i 7 euro di sconto per i pendolari del Valdarno è una sorta di 'premio di consolazione', visto che i disagi sono stati per tutto il mese, così come nei mesi e anni precedenti e come in futuro". Il portavoce del Comitato riferisce dei risultati del monitoraggio in marzo dei due treni più usati ogni giorno dai pendolari del Valdarno: il 6604 della mattina presto e del 3165 di fine pomeriggio.
Secondo il monitoraggio dei pendolari il 6604, Chiusi-Pistoia, è arrivato a Campo di Marte entro i 5 minuti, rispetto all'orario delle 7.30, solo nel 20% dei casi, fra i 6 e i 15 minuti di ritardo nel 70%, e oltre i 16 minuti nel 10% dei casi, con ritardi massimi registrati di 24 e 34 minuti. Invece il treno 3165 Firenze-Foligno, con fermata programmata a Montevarchi alle 18.50, è arrivato entro i 5 minuti nel 25% dei casi, fra i 6 e i 15 minuti di ritardo nel 50%, e oltre i 16 minuti nell'altro 25% dei casi, con punte massime di ritardo di 29 e 46 minuti. "La media di marzo sull'affidabilità dei treni sulla linea aretina indicata da Trenitalia – incalza il portavoce del comitato – è in netto contrasto con i ritardi vissuti e percepiti da migliaia di pendolari del Valdarno".
"Questo accade perché Trenitalia calcola la media di tutti i treni della linea aretina, anche di quelli cosiddetti lenti e di quelli poco frequentati, e in base a tempi di percorrenza allungati, con recuperi dei ritardi nelle stazioni finali di arrivo (Arezzo per i treni lenti o Roma), e non considera i treni da e per Foligno, molto usati dai pendolari del Valdarno, ma di competenza dell'Umbria. Non è un caso – si indigna Da Re – se è almeno una decina di anni che non scattano i bonus ordinari per i pendolari del Valdarno sulla linea aretina".
E dunque il focus si sposta su quanto previsto dal contratto di servizio: "Possibile che da contratto sia previsto il calcolo dei ritardi dei treni per Roma anche alla stazione intermedia di Montevarchi, ma i relativi dati non vengono resi pubblici e non sembrano neppure utilizzati per le medie mensili da Trenitalia? E perché non verificare a Montevarchi anche i ritardi dei treni per Foligno?", chiede Da Re.