21, Dicembre, 2024

4 luglio 1944: dopo 71 anni Cavriglia ancora non dimentica. Ministro Boschi: “Dobbiamo essere costruttori di ponti e non di muri”

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Presenti oltre al Ministro Maria Elena Boschi, la senatrice Donella Mattesini, il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai, l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, i consiglieri regionali Valentina Vadi e Lucia De Robertis, Il Prefetto di Arezzo Alessandra Guidi, il Questore di Arezzo Enrico Moja, il comandante provinciale dei carabinieri di Arezzo Luigi Arnaldo Cieri e il collega della guardia di finanza Andrea Tesi. Presenti anche il presidente dell’Anpi valdarno Massimo Merlini, rappresentanti di tutti i comuni del Valdarno aretino e fiorentino oltre alla giunta al completo di Cavriglia

192 vittime, tutti uomini tra i 14 e gli 83 anni: 93 a Meleto, 73 a Castelnuovo dei Sabbioni, 4 a San Martino, 2 a Massa Sabbioni, 11 a Le Matole. A distanza di 71 anni dal 4 e dall'11 luglio 1944 Cavriglia ancora non dimentica e anzi ricorda il dolore per trarre esempio da un passato che può dare insegnamenti per un futuro migliore. Si è tenuta a Meleto, quest'anno, la commemorazione degli eccidi nazifascisti che insanguinarono il territorio. E nel comune di Cavriglia non c'è famiglia del luogo che non sia stata toccata da quella tragedia. 

Alla commemorazione religiosa, officiata dal Vescovo di Fiesole Monsignore Mario Meini, e alla deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti di Meleto ha preso parte il Ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi. Presenti oltre alla giunta di Cavriglia al completo, la senatrice Donella Mattesini, l'onorevole Marco Donati, il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai, l'assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, i consiglieri regionali Valentina Vadi e Lucia De Robertis, Il Prefetto di Arezzo Alessandra Guidi, il Questore di Arezzo Enrico Moja, il comandante provinciale dei carabinieri di Arezzo Luigi Arnaldo Cieri e il collega della guardia di finanza Andrea Tesi. Presenti anche il presidente dell'Anpi Valdarno Massimo Merlini e rappresentanti di tutti i comuni del Valdarno aretino e fiorentino.

Il filo conduttore delle celebrazioni anche quest'anno è stata la memoria. 

Il MInistro Boschi:

"Isabelle Allende scrisse: 'Non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo'. Noi siamo qui perchè non ci sia separazione definitiva da quelle 192 vittime e da quella parte della nostra storia: da lì siamo ripartiti e abbiamo ricostruito questa comunità e le fondamenta della nostra democrazia e della nostra Repubblica". Il Ministro, poi, ha continuato: "È un insegnamento anche per i giovani. Dobbiamo ricordare il coraggio di tanti uomini e di tante donne: cercarono di portare avanti la battaglia di liberazione per il nostro paese e poi lavorarono per ricucire le ferite e gli strappi della nostra società e per trovare la forza in valori condivisi. Oggi dobbiamo tenere ancora vivi quei valori e non abbassare la guardia rispetto ad alcune spinte che ancora portano al razzismo, alle discriminazioni etniche, dobbiamo trovare esempio in quelle pagine di storia".

"Non vogliamo dimenticare quei valori anzi li vogliamo tutelare e custodire e vogliamo rinnovare le nostre istituzioni con lungimiranza perchè siano più vicine ai cittadini. Quei diritti conquistati non possiamo darli per scontati, non sono stati conquistati una volta per sempre. Oggi se non si muore più per quelle ideologie perverse che portarono al secondo conflitto mondiale comunque si muore per motivi poliici, religiosi, per un integralismo che uccide in nome di Dio. Davanti alle discriminazioni e al razzismo che sta riemergendo dobbiamo tenere alta la guardia. Non dobbiamo mai cedere all'indifferenza o alla tentazione di volgere lo sguardo da un'altra parte".

Il Ministro Boschi ha, poi, terminato con un riferimento all'Europa e all'immigrazione.

"Non dobbiamo chiudere le nostro comunità, dobbiamo essere disponibili ad accogliere anche chi in questo momento è in una situazione di difficoltà vera e oggettiva. Questo impegno dobbiamo portarlo avanti quotidianamente. Noi dobbiamo essere costruttori di ponti in Europa e non di muri".

Il sindaco Leonardo Degl'Innocenti o Sanni ha incentrato l'attenzione sul ricordo delle 280 stragi perpetrate in tutta la Toscana e delle 4.500 vittime oltre che su quelle del comune di Cavriglia.

"Da quegli orrori e da quei dolori emerga un convinto sentimento di ripudio di tutte le guerre e le ideologie che le preparano e le alimentano. In questa terra dopo il 4 luglio non furono nè i figli che seppelirono i padre nè i padri che seppellirono i figli ma furono le madri che seppelirono padri, mariti e figli anche se avevano scelto di vivere in pace. Ancora oggi piangiamo quei morti. Ed è proprio da quei fatti che la nostra gente ha ritrovato la strada anche grazie alle donne che nella disperazione trovarono il coraggio di ripartire e di essere le radici della nostra democrazia". 

"La memoria comune ci rende un popolo e una nazione. È necessario preservare questa memoria nelle nuove generazioni. Quell'urlo corale di paura e di disperazione che si levò dal nostro territorio e dalle nostre aie resti ancora alto e risuoni nelle orecchie delle nuove generazioni. Se il futuro sarà migliore o peggiore dipenderà solo da noi, dai nostri ideali e dalle nostre azioni, da quanto la nostra società e la nostra politica saranno in grado di recuperare valori e moralità. Per riuscirci un contributo devono darlo le nuove generazioni. il futuro ha bisogno del passato. Il nostro compito è quello di insegnare ai nostri ragazzi a conoscere per non dimenticare. All'Europa unita vogliamo consegnare un popolo consapevole".

Subito dopo la deposizione delle corone d'allora al monumento ai caduti, la cerimonia è continuata nelle quattro aie dove furono trucidati i 93 uomini di Meleto. Qui sono state apposte quattro targhe in ricordo.

 

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