Ieri sera presso l’Auditorium le Fornaci di Terranuova Bracciolini, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, intervistato dal giornalista Nicola Vasai, ha presentato il suo ultimo libro: “Il Paese che vogliamo. Idee e proposte per l’Italia del futuro”. Un libro che nasce del confronto costante con i cittadini e le loro reali necessità.
“Siamo ononrati di ospitare a Terranuova il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini” – Spiega Mauro Bronzi, segretario del Partito Democratico di Terranuova Bracciolini – “Il libro che presenta stasera è il frutto di tanti incontri e confronti avuti con i cittadini durante la campagna elettorale e appena diventato presidente. Il PD spera che quello che lui comunque non chiama programma politico, in qualche modo lo diventi perchè sono le persone, che fanno i programmi politici”.
Le parole di Stefano Bonaccini a riguardo del Paese che vogliamo: “Vogliamo un Paese più efficente, più moderno, più giusto. Un Paese che investa su scuola, Università, formazione, conoscenza e su ciò che il PNRR indica come pilastri: la transizione ecologica e quella digitale. Su questo dobbiamo scommettere, perchè le risorse arrivate dall’ Europa obiettivamente sono un’opportunità per noi. Dobbiamo essere noi che governiamo, a dimostrare di essere all’altezza. Se spese bene queste risorse, i ritmi di crescita del Paese potrebbero essere doppi o tripli rispetto a quelli degli ultimi venti anni. ”
Continua Bonaccini a proposito degli ultimi avvenimenti in Senato: “Quello è il Paese che non vogliamo. Questa destra che esulta, mi pare che dimostri di essere una destra premoderna. Se guardano cosa hanno fatto i partiti conservatori, liberali, moderati del resto d’Europa; si accorgeranno che hanno già approvato leggi molto più avanzate delle nostre. Ancor apeggio per chi si nasconde dietro a un voto segreto e non ha neanche il coraggio di metterci la faccia. Io porterei fuori dal Parlamento questa discussione perchè secondo l’Italia è più avanti della politica e sono convinto che se dovessimo andare ad una consultazione popolare non so nelle dimensione, ma nell’esito finirebbe ocme il referendum degli anni ’70 su aborto e divorzio; perchè ho amici di destra che quando si parla del diritto di chiunque ad amare e vivere con chi preferisce dicono di essere d’accordo”.