20, Aprile, 2024

Conclusa la quinta edizione del Moby Dick Festival. Tra gli ultimi interventi: Francesco Lepore. Sul delitto Giarre e la nascita dell’Arcigay

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Si è conclusa ieri sera la quinta edizione del Moby Dick Festival a Terranuova Bracciolini. Tra i numerosi ospiti e le numerose tematiche affrontate, a concludere il Festival, prima dell’ultima proiezione, è stato Francesco Lepore, giornalista ed autore del libro Il delitto di Giarre. 1980: un caso insoluto e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia. 

Ospite nell’intervento precedente al suo – La presentazione del libro Loving. Una storia fotografica, con Paolo Maria Noseda e Valentina de Pasca – Lepore introduce il suo argomento proprio partendo dagli abbracci che Loving testimonia. Il libro fotografico, composta da immagini di uomini che si abbracciano, che si amano o che si vogliono bene, funge da pretesto per Lepore, per ricordare che:”C’è molto da fare nel cammino dei diritti, ma che anche quelli acquisiti, non vanno mai dati per scontati”. I diritti a cui allude sono i diritti umani e in particolare, nel delitto Giarre, il diritto che sembra non valere è il diritto d’amore tra due uomini. Lepore ha ricordato brevemente alcune cesure storiche che riguardano la comunità LGBTQ+, non trascurando il fatto che ancora oggi l’omosessualità è considerata un crimine in molti Paesi, in 69 il rischio è l’ergastolo, in 5 il patibolo, in 6 la pena di morte.

Il lavoro di Lepore sul Delitto di Giarre nasce da un articolo d’inchiesta e si sviluppa in un libro che, mancando il fascicolo d’indagine, si basa su fonti giornalistiche e interviste. Lepore:” Il 31 ottobre 1980 due giovani vengono trovati morti, mano nella mano, sotto un albero a Giarre, in provincia di Catania.Si tratta del venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e il suo fidanzato Antonio Galatola. Venivano chiamati “gli ziti” e in particolare, Giorgio veniva chiamato con l’epiteto di “puppu cu bullu” (frocio patentato in dialetto catanese) dopo che i carabinieri lo avevano sorpreso più volte a fare sesso in auto con ragazzi. Le due morti non hanno ancora trovato chiarezza. Il tentativo di rimuoverne il ricordo fu immediato: La prima ipotesi fu quella di un doppio suicidio, poi, messa in discussione. Spuntò fuori la confessione di un ragazzo, Francesco Messina, tredicenne, che però quasi subito ritrattò dicendo di essere stato spinto, anzi pestato, dai carabinieri. Poi, piuttosto velocemente, tutto viene coperto dall’oblio e catalogato nella categoria degli insoluti. Da questo delitto emerge una nuova consapevolezza nella comunità LGBTQ+. Questta accelera la costituzione del primo nucleo di Arcigay e la costituzione del circolo catanese del Fuori!, una delle prime associazioni del movimento LGBT+, nata a Torino qualche anno prima.”

Il messaggio del giornalista:” L’invito che voglio fare alle tante persone che ovviamente non hanno forse molto a cuore la battaglia per i diritti civili o non sono particolarmente attenti a quelle che sono le instanze rivendicative di quelle che sono delle minoranze, del movimento Arcobaleno – ricordiamoci che siamo nel mese di giugno e per la comunità arcobaleno questo è un mese importante a livello globale. In questo mese, il 28 giugno, di 53 anni fa, a New York, gay, lesbiche, trans, davanti agli ennesimi soprusi della polizia, reagiscono. Sono i gloriosi moti di Stonewall del 1969 che sarebbero durati fino al 3 luglio e sono i moti dai quali è nato quello che chiamiamo il contemporaneo movimento di liberazione LGBTQ+ e nel ricordo dei quali moti, vengono fatti annualmente i Pride; che non sono una pagliacciata, ma un momento di aggregazione gioiosa, di rivendicazione collettiva, e, attraverso questo marciare insieme, un ricordarsi sempre che c’è molto da fare nel cammino dei diritti e che anche quelli acquisiti non vanno dati per certi, perchè possono essere perduti.”

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