23, Dicembre, 2024

Treni, l’assessore regionale Baccelli: “Sulla linea del Valdarno il 15% in ritardo”. Veneri e Capecchi: “Dati eloquenti, ma solo ora Giani annuncia penali”

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“La Regione Toscana conosce benissimo le problematiche dell’andamento del servizio ferroviario, monitorato dal confronto periodico che le strutture tecniche effettuano con i Gestori, con le riunioni della Cabina di Regia istituita dall’Assessorato, oltre alle segnalazioni e i reclami che arrivano al Numero Verde del trasporto pubblico locale e agli altri canali messi a disposizione dei cittadini”. Così l’assessore ai trasporti della Toscana, Stefano Baccelli, ha esordito in Consiglio regionale ad una interrogazione presentata dai consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi, dopo i numerosi episodi di disservizi e disagi sulla linea fra Arezzo e Firenze, in particolare.

Baccelli ha fornito anche alcuni dati molto significativi: da una parte, l’indice di affidabilità; dall’altra, i dati sui ritardi calcolati nel complesso, indipendentemente dalle cause. “Prendendo a riferimento gli ultimi 12 mesi, in due occasioni la linea Aretina ha avuto un indice di affidabilità inferiore al valore minimo pari a 97.25%: nel mese di dicembre 2021 l’indice della linea Aretina era stato pari al 96.67% e nel mese di giugno 2022 è risultato essere pari al 97.20%. Anche negli ultimi mesi, pur avendo un indice superiore al minimo, l’andamento del servizio non è stato soddisfacente. Infatti
nello scorso mese di settembre 2022 l’indice è stato di 97.76% (+0.26% rispetto al minimo)”. Baccelli sottolinea che “l’analisi di dettaglio dell’andamento mensile della linea Aretina è stata all’ordine del giorno di tutte le riunioni della Cabina di Regia”, e soprattutto che “uno dei dati più significativi evidenziati nei report della Cabina, è il valore della puntualità reale comprensivo di tutti gli eventi indipendentemente dalla loro causa (eventi esterni, lavori, emergenza sanitaria, causa RFI, causa Trenitalia, causa altra impresa ferroviaria, etc…), che è quello che di fatto rappresenta quanto ogni giorno registrano i pendolari”.

Ebbene: “Negli ultimi 3 mesi, sul complesso dei treni su entrambi gli instradamenti, linea lenta e direttissima fra Firenze e il Valdarno la puntualità è stata pari al 83.4% nel
mese di agosto, pur con un numero di treni in circolazione minore visti i lavori programmati nel nodo di Firenze, dell’82.3% nel mese di settembre, e dell’85.33%, in leggera risalita, nel mese di ottobre. Dati comunque molto insoddisfacenti, visto che si traduce nel fatto che circa il 15% dei treni quotidianamente ha un ritardo superiore ai 5’ rispetto all’orario programmato, rendendo il servizio non pienamente affidabile. Nella direttrice Aretina, su entrambe le linee, un effetto importante sulla puntualità del servizio è dato dalle interferenze fra le varie tipologie di traffico, in particolare dal progressivo incremento dei servizi AV delle due imprese ferroviarie avvenuto nell’ultimo decennio dopo l’attivazione della tratta AV appenninica (2009) e, successivamente, del nodo di Bologna. Anche se non si è ancora tornati ai livelli pre-covid, il numero dei servizi AV, in alcuni casi con un nuovo modello di offerta più soggetta a perturbazioni e quindi in ritardo nel passaggio attraverso il nodo di Firenze, determina quasi quotidianamente ritardi per conflitti fra i servizi, e sono frequenti gli instradamenti sulla linea lenta, con interferenza con gli altri servizi regionali”.

Nella sua risposta, inoltre, l’assessore regionale ricorda le “numerose criticità infrastrutturali e tecnologiche” che si sono registrate sulla Linea Lenta, con tutte le conseguenze in termini di ritardi. E per il periodo ottobre 2022-inizio novembre 2022, si segnalano “oltre ad alcuni episodi di chiusura posticipata dei cantieri notturni, guasti infrastrutturali o di circolazione perturbata per altre cause nel nodo di Roma, che hanno influenzato l’andamento dei treni della relazione Firenze-Roma più volte instradati sulla linea lenta nel tratto laziale fino a Orte, con notevole aumento di percorrenza che a sua volta ha quasi sempre comportato, in direzione Firenze, il successivo instradamento sulla linea lenta dal Valdarno per perdita della traccia oraria programmata. Si sono verificati inoltre guasti nel tratto umbro che hanno influenzato l’andamento dei treni Firenze-Foligno, situazioni che hanno avuto però effetti rilevanti come il guasto avvenuto il 12 ottobre ad un treno IC notturno presso Rignano con necessità di disconnessione della linea aerea”. Infine, “Anche nelle ultime settimane ci sono stati casi di instradamento in linea lenta di treni non attrezzati con il sistema ERTMS”.

“Si tratta quindi – ha concluso Baccelli – di un sistema particolarmente complesso, dipendente anche da eventi molto lontani dalla Toscana e difficilmente governabili dalla Regione ma, per i treni più critici che vengono costantemente monitorati, sono in corso approfondimenti per individuare insieme ai Gestori modifiche alla programmazione in grado di migliorarne realmente la puntualità”.

Una risposta di fronte alla quale i consiglieri FdI Veneri e Capecchi hanno commentato: “Dati eloquenti quelli che emergono dalla risposta fornita alla nostra interrogazione sui ritardi e disservizi a cui quotidianamente sono costretti i pendolari di Montevarchi, San Giovanni, Arezzo. Un calvario quotidiano fatto di guasti, interruzioni, preparazioni di treni in ritardo, disservizi vari. È emerso che, ogni giorno, il 15% dei treni ha un ritardo superiore ai 5 minuti rispetto all’orario programmato rendendo il servizio non pienamente affidabile. Inoltre, l’indice di puntualità sulla linea lenta e Direttissima fra Valdarno e Firenze è stato dell’83,4% nel mese di agosto, sceso all’82% nel mese di settembre, risalendo leggermente all’85,33% ad ottobre. Dati molto insoddisfacenti rispetto all’indice di affidabilità previsto dal Contratto di Servizio in essere”.

“Accade spesso che i treni vengano dirottati sulla linea lenta anche quando sono regionali veloci, lunghe soste nel “nulla” senza alcun tipo di avviso ai passeggeri, nessuna indicazione sui motivi del ritardo o dell’arresto del convoglio. Disservizi gravi per i pendolari che pagano quasi 88,50 euro al mese di abbonamento e ricevono un servizio nemmeno lontanamente adeguato. A fronte di tutto ciò, ci stupisce che Giani, soltanto nei giorni scorsi, abbia annunciato penali per i gestori del trasporto ferroviario. Chiediamo che Rfi e Trenitalia vengano a riferire in Commissione Trasporti con un dossier su ritardi e disservizi” concludono Veneri e Capecchi.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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