Beni per circa un milione di euro, tra cui una ditta individuale con sede a Cavriglia, sono stati sequestrati dalla Dia di Reggio Calabria ai fratelli Antonio e Vincenzo Bonasorta, ritenuti vicini alla cosca Piromalli di Gioia Tauro. La notizia, riportata ieri dall’agenzia ANSA, è relativa ad un provvedimento disposto dal Tribunale su richiesta del direttore della Dia nel contesto di attività investigativa preventiva coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gaetano Paci.
Uno dei due fratelli, Antonio Bonasorta, era stato coinvolto nell’inchiesta “Mediterraneo” e condannato dalla Corte d’Appello di Reggio a 6 anni e 2 mesi per associazione a delinquere con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e detenzione e porto illegale di armi. L’altro fratello, Vincenzo Bonasorta, è stato condannato nel 2014 dalla Corte di Appello di Reggio a 6 anni per tentata estorsione in concorso con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa nei confronti di due imprenditori. In seguito ai processi finiti con sentenza passata in giudicato, la Sezione Misure di prevenzione del Tribunale ha riconosciuto la pericolosità sociale dei fratelli Bonasorta alla luce dei loro trascorsi di vicinanza con la ‘ndrangheta e, in particolare, con la cosca Piromalli.
Per entrambi, tra l’altro, gli investigatori hanno rilevato una “sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati in questi anni”: beni mobili, immobili e societari di loro proprietà che, secondo i giudici, sarebbero stati acquisiti con denaro frutto di attività illecite. Per questo motivo, la Dia ha posto i sigilli all’intero patrimonio aziendale di una ditta individuale operante nel settore del commercio di prodotti medicali ed ortopedici con sede a Cavriglia. Il sequestro ha interessato anche 2 unità locali, 15 immobili a Gioia Tauro, un’auto, conti correnti e posizioni finanziarie per un valore stimato di circa un milione di euro.