19, Marzo, 2024

Morto Vittorio Cecconi, alias Arrivabene: era l’ultimo partigiano rimasto di Reggello

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Aveva quasi cento anni Vittorio Cecconi, il partigiano “Arrivabene”, scomparso oggi. Era l’ultimo partigiano in vita di Reggello: nato nel giugno del 1923, a vent’anni era entrato nella Divisione Potente, Brigata Lanciotto, ed era stato operativo nel Pratomagno e poi nella Liberazione di Firenze. Negli anni è stato impegnato nella politica reggellese e ha sempre portato avanti la sua testimonianza, partecipando puntualmente alle celebrazioni della Liberazione.

La nota del comune di Reggello: “Per la Comunità di Reggello oggi è un giorno triste. Ci lascia Vittorio Cecconi partigiano “Arrivabene”, l’ultimo dei partigiani del nostro Comune. Staffetta e partigiano, guida del comandante della divisione garibaldina Arno, Aligi Barducci “Potente”.
Sempre impegnato per la difesa della Costituzione, ha sempre presenziato alle celebrazioni del 25 Aprile ed è stato attivo nell’ANPI, nella sezione di Rignano Reggello. I suoi insegnamenti e la militanza per la libertà siano d’esempio, dando la forza e la consapevolezza a tutta la comunità reggellese. Riprendiamo il suo intervento dello scorso anno, durante la celebrazione dell’anniversario della liberazione d’Italia:

Affido il compito ai giovani che mi rappresenteranno ogni 25 Aprile affinchè si possa ricordare quanto è cara la libertà e la democrazia”.

Ciao Vittorio”.

Il ricordo dell’ex sindaco Cristiano Benucci, oggi consigliere regionale: “Ho appreso poco fa la notizia della morte di Vittorio Cecconi, ultimo partigiano (il suo nome era Arrivabene) rimasto finora in vita a Reggello. Molto impegnato nella vita politica reggellese, è stato più volte amministratore del nostro comune. Sempre presente alle celebrazioni del 25 aprile, non mancava mai di portare la sua testimonianza della dura esperienza della guerra e della lotta di liberazione”.

“Durante il mio mandato di sindaco – ricorda Benucci – ero solito periodicamente ricevere una sua visita nel palazzo comunale. Si informava su come andassero le cose e non mancava mai di incoraggiare noi amministratori. Quando terminai la mia esperienza alla guida dell’amministrazione mi portò una poesia su Reggello e i Reggellesi, auspicando, nell’ultima strofa, che potessi festeggiare il suo centenario. Per pochi mesi non ce l’abbiamo fatta, caro Vittorio, ma non dimenticheremo i tuoi racconti e il tuo impegno per restituirci la libertà”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati