29, Marzo, 2024

Fimer, 1° maggio con i lavoratori: “Una vertenza simbolo per tutto il territorio: noi non ci piegheremo”

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Un 1° maggio di speranza, di coraggio, impegno e determinazione quello che hanno festeggiato a Terranuova nella sala consiliare i lavoratori della Fimer, i sindacati, i sindaci del Valdarno aretino e la Regione. Tutti insieme all’unisono hanno manifestato un’unica volontà: quella di salvare lo stabilimento e il lavoro per 280 famiglie e per tutto l’indotto. Un 1° maggio che anticipa di due giorni il verdetto per lo stabilimento terranuovese: il prossimo 3 maggio, infatti, il Tribunale di Arezzo, se non giungono risposte e scelte concrete da parte dell’azienda, potrebbe decretare la revoca del concordato preventivo e il fallimento. L’investitore, la McLaren, potrebbe risolvere la crisi in atto sempre che la società Fimer decida di accettare l’offerta sottoscritta.

Alessandro Tracchi, segretario provinciale di Arezzo Cgil: “Noi lotteremo per difendere la professionalità, la dignità di questi lavoratori che non si meritano la situazione che stanno vivendo. Non è responsabilità loro se l’azienda è andata in con cordato, non sarà responsabilità loro se l’azienda dovesse fallire. Ci sono eccellenze, c’è voglia di lavorare, c’è professionalità, c’è un. mercato, c’è un portafogli clienti. Tutti stanno vivendo questa situazione drammatica in virtù del fatto che chi doveva governare l’impresa non è stato capace di gestire il mercato. La nostra Costituzione impone la responsabilità sociale di gestire l’impresa: qui siamo di fronte a un’irresponsabilità d’impresa. Oggi è il primo maggio, festa dei lavoratori, noi stiamo festeggiando e allo stesso tempo stiamo portando avanti una vertenza simbolo per tutto il territorio perchè non ci piegheremo”.

Davide Materazzi, Uil Toscana: “Proprio in questi giorni c’è una scadenza importante. C’è una proposta vincolante di un investitore per entrare nella compagine societaria ridare vita da un punto di vista industriale ma la proprietà l’ha rigettata e il Tribunale ha chiesto chiarimenti. Ci auguriamo che il 3 maggio l’offerta sia ancora valida e che la società l’accetti: il rischio o la certezza è che altrimenti il Tribunale chieda il fallimento. Senza il pagamento degli stipendi, poi si è unita all’incertezza per il futuro un’incertezza per l’immediato. Sappiamo che ci sono fondi che aspettano che la Fimer salti per prendere poi le eccellenze”.

Ilaria Paoletti, Fim Cisl: “Quello che dispiace e rammarica è che sono tre anni che lottiamo perchè questa vertenza avesse la luce che meritava temendo di arrivare a questo epilogo. Oggi anche il Tribunale ha preso una posizione forte dando un ultimatum: a questo punto se l’azienda ha bisogno di liquidità, perchè gli ordini ci sono, se c’è un fondo disponibile va accettato. Ci aspettiamo che questi giorni servano per portare avanti le trattative che si concludano in maniera positiva, senza aspettarci scenari diversi e drammatici”.

Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro del Presidente della Regione: “L’azienda deve compiere una scelta. Sappiamo che c’è un’offerta sul tavolo deve essere trovata un’intesa. Altrimenti è evidente che si va verso un disastro ma bisogna essere chiari: è un disastro che ha un nome e un cognome e sono quelli della famiglia Cazzaniga, azionista di maggioranza che a questo punto si prenderà tutte le responsabilità e dovrà risponderne. Sta mettendo in ginocchio un’azienda che ha prospettive, mercato, simbolo di innovazione, di competitività e con essa un territorio intero. Penso che non glielo dovremmo consentire”.

Sergio Chienni, sindaco di Terranuova: “Ci troviamo di fronte a un bivio in cui da una parte l’azienda rischia il fallimento e dall’altra c’è una proposta concreta, un’offerta di acquisto vincolante che rappresenta la salvezza per questa azienda. Ci sono tantissimi lavoratori che con grande dignità e determinazione stanno rappresentando quelli che sono i loro sacrosanti diritti, perchè sono maestranze capaci che hanno sempre alimentato la vita industriale del territorio. Tutti i presenti a questa manifestazione dicono a gran voce che questa azienda va salvata. Noi stiamo sensibilizzando tutti i soggetti che ne hanno competenza per individuare e attuare quella soluzione concreta che salverebbe il lavoro di 280 famiglie oltre all’intero indotto”.

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