Per la prima volta in quasi 800 anni, le Misericordie italiane hanno indetto uno sciopero nazionale per la giornata del prossimo 2 ottobre. Le dinamiche effettive verranno chiarite martedì 26 settembre in sede di riunione ufficiale, ma le emergenze sanitarie e i servizi salvavita saranno garantiti. La protesta riguarda anche il Valdarno.
Da ormai mesi, la Federazione Misericordie della Toscana rimanda la firma del nuovo contratto di lavoro collettivo, che avrebbe equiparato a livello salariale gli operatori sanitari della Misericordia con quelli di Anpas e Croce Rossa Italiana (CRI). Un aumento salariale del 4.5% è stato, quindi, negato ai dipendenti delle varie Misericordie, che svolgono un importante servizio per tutte le comunità valdarnesi. La decisione successiva a questi continui rimandi è, quindi, culminata nella convocazione di uno sciopero, sostenuto fortemente dai sindacati CGIL- CISL-UIl di Arezzo, nella giornata del prossimo 2 ottobre, le cui modalità di organizzazione verranno chiarite il prossimo martedì 26 settembre. Si tratta del primo sciopero nazionale delle Misericordie italiane dal 1244. In ogni caso, tutte le Misericordie dovranno garantire i vari servizi per sopperire a eventuali emergenze sanitarie e ai servizi salvavita per le persone fragili. La Federazione Misericordie, d’altro canto, sostiene che non ci siano i fondi necessari a garantire l’aumento salariale dei suoi dipendenti poiché le spese interne di gestione sono aumentate notevolmente. Si tratta di un difficile gioco di equilibri, che di fatto, però, dovrebbe basarsi sulla tutela e garanzia più alta possibile della cittadinanza stessa.
In merito, Alessandra Ricciarini Segreteria per la funzione pubblica CGIL Arezzo per il terzo settore: “Voglio ricordare che ANPAS, Misericordie e Croce Rossa fanno lo stesso mestiere, ricordiamoci che queste figure, che garantiscono l’assistenza per 365 giorni l’anno, erano state elogiate durante il Covid-19, perché si sono esposti fisicamente con orari assurdi. Finito il Covid non ci ricordiamo più dei medici, infermieri, e sono tornati un pò nella penombra anche se garantiscono dei servizi essenziali per i cittadini, per cui non si capisce Misericordia, che, magari, per i costi gestione interna non si cura dei suoi dipendenti. Una misericordia poco misericordiosa. Invitiamo la cittadinanza a ragionare su questo pensiero, se un lavoratore è riconosciuto sia sotto l’aspetto contrattuale sia sotto quello economico la garanzia è quindi migliorare e tutelare il servizio. La sanità pubblica che sostengo andrebbe rinforzata”.
Oltre alla richiesta di un contratto collettivo, migliore rispetto a quello attuale, le Misericordie invocano anche la parificazione del ruolo di autista soccorritore fra le tre associazioni. “La volontà di un unico contratto collettivo, come la figura dell’autista soccorritore non può avere differenziazione fra i tre soggetti se svolgono il medesimo lavoro, sono figure specifiche, è un contratto infatti che prevede quelle mansioni- dichiara Alessandra Ricciarini– Ad ora, la figura nel contratto Misericordie è molto complicata, è un mondo poco chiaro. Ogni Misericordia ha le sue varie interpretazioni ecco. Va sensibilizzata l’opinione pubblica per avere delle garanzie di avere un servizio pubblico migliore e più efficiente, è inutile fare scarica barile fra i comuni e i vari enti. Si deve agire”.
Non è certo, al momento, chi aderirà allo sciopero fra le varie Misericordie valdarnesi. Lo sciopero in ogni caso avrà luogo il 2 ottobre a Firenze, e le modalità verranno esposte nella prossima settimana.