Dopo la richiesta di sospensione del procedimento per l’ampliamento della discarica di Podere Rota da parte di Csai, il Pd di San Giovanni replica ed attacca le Liste civiche intervenute subito dopo la notizia.
“Essendo abituati al loro stile comunicativo ed ad un approccio alla politica che è eufemistico definire dietrologico, non ci sorprende certamente questo ennesimo tentativo di divulgare un’interpretazione a dir poco fantasiosa dei fatti, tutta indirizzata a sollevare pretestuosamente il solito squallido polverone mediatico: ma questa volta il loro sforzo di cavalcare le notizie per trarne strumentalmente visibilità ed un qualche vantaggio politico li espone tristemente al ridicolo per cosa e come hanno saputo dire e scrivere per gettare il massimo discredito sulla forza politica che sostiene Sindaco e Giunta di San Giovanni Valdarno nella loro azione amministrativa. I fatti dicono semplicemente che gli atti politici ed amministrativi chiarissimi e perentori del nostro Sindaco Valentina Vadi, in perfetta sintonia col Partito Democratico che la sostiene, con la Giunta che la coadiuva e col contributo di un utile dibattito politico in seno al Consiglio cittadino, hanno infine prodotto, grazie ad un percorso trasparente e lineare basato su iniziative di democrazia partecipativa come l’Inchiesta Pubblica, il procedimento di sospensione del PAUR di questi giorni. Questo procedimento significa, in estrema sintesi, il blocco del conferimento di nuovi quantitativi di rifiuti non appena sia stato raggiunto il massimo dei volumi consentito: ciò comporterà in pratica, nel giro di pochi mesi, la totale sospensione delle attività aziendali in quel sito di compostaggio”.
“Si tratta di un risultato concreto, oggettivo, con significati immediati e ricadute determinanti ed inequivocabili, cui dovrà far seguito una riflessione politica di più ampio respiro sulle strategie e sugli indirizzi più opportuni in merito allo smaltimento dei rifiuti.
Questo e solo questo dicono i fatti: le chiacchiere sui fatti, volte solo a tenere alto il livello di uno scontro pretestuoso e sterilmente polemico, possono parlare e straparlare di “rese dei conti” nelle stanze del potere, di letture “superficiali e grossolane” dei fatti di cronaca, di risultati solo temporanei gabellati per esiti definitivi di là da venire, e chi più ne ha più ne metta. Per come la vediamo noi, il confronto politico in grado di interpretare e risolvere i problemi dei cittadini è ben altro che recitare queste formulette tipiche dell’antipolitica, non conosce le “piazzate” nè le cose urlate ad un volume inversamente proporzionale alla pochezza degli argomenti, può essere duro o durissimo ma si deve tenere sempre ben lontano dalle strumentalizzazioni dei problemi biascicate col solo scopo di raggranellare consenso a buon mercato”.