Manifesteranno domani a Firenze, davanti al palazzo che ospiterà il G7 sul turismo, i lavoratori rappresentati dall’ANLM, Assemblea Nazionale Manutenzione Lavoratori RFI. Il sindacato chiede di essere ascoltato, dopo le tante vicende che stanno riguardando il trasporto pubblico sia a livello locale, compresa la dimensione valdarnese così come quella locale, sia a livello nazionale. “Riteniamo paradossale si possa discutere di turismo senza considerare quanto stia accadendo al trasporto ferroviario in questo paese. Dal 3 giugno viaggiare con il treno in Italia è diventato assai complicato. Ormai i ritardi, sempre più frequenti, stanno da mesi rappresentando l’unica costante di un trasporto ferroviario che cede il passo all’incertezza come peculiarità costante”.
“Abbiamo assistito ad un impegno costante – scrive ancora l’ANLM – nell’assecondare i tentativi di occultare le responsabilità di questa riorganizzazione, sposando passivamente l’ipotesi che una serie di fenomeni, partendo dai lavori del PNRR fino ad arrivare addirittura ad un chiodo in grado di crocifiggere una stazione come Roma Termini, potessero diventare l’alibi perfetto per non dover affrontare responsabilità che dovrebbero essere considerate tutt’altro che casuali. La scelta di far collassare il sistema dell’infrastruttura, porta a due soli risultati, il primo di delegittimare il
ruolo dei manutentori mettendoli nell’impossibilità di operare accreditando a loro responsabilità che andrebbero ricercate altrove; il secondo aprire le porte ad un processo di privatizzazione che permetterà alle imprese appaltatrici di fare man bassa delle ingenti risorse che girano attorno al mondo della manutenzione dell’infrastruttura”.
“Tutto questo – conclude il sindacato – passando per un pesante deterioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza dei manutentori che grazie ad un accordo sottoscritto con i sindacati (che teniamo a precisare non avevano ricevuto alcun mandato dai lavoratori) il 10 gennaio 2024, ha fatto sì che il 3 giugno RFI partisse con un processo di riorganizzazione che è alla base di tutto quanto di negativo sta accadendo nel settore della manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria. Ovviamente questa vicenda interessa sicuramente i lavoratori del settore, ma per molti altri aspetti, questo processo riorganizzativo impatta sul paese nel suo insieme sia nell’immediato che in prospettiva, e attiene alla regolarità e alla sicurezza del servizio stesso. Quando gli interessi sono così grandi e le conseguenze così devastanti, l’unica possibilità concreta perché avvenga un cambio di passo è che si rompa il muro del silenzio e la comunità sappia farsene carico”.