Sotto la prefettura di Firenze si sono ritrovati oltre mille imprenditori del terziario da tutta la Toscana, di cui 150 dalla provincia di Arezzo, con una rappresentanza valdarnese. Una delegazione stata ricevuta dal Prefetto Guidi, poi dal presidente della Regione Toscana Giani e dallassessore Marras
Più di mille imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi arrivati a Firenze da tutta la regione, Valdarno compreso, per la manifestazione voluta da Confcommercio Toscana per chiedere una data certa di riapertura di tutte le attività del terziario. "Fateci riaprire, vogliamo festeggiare il 1° maggio al lavoro", è stato lo slogan. Senza più blocchi, limitazioni, calendari scanditi dai colori: Confcommercio chiede una ripresa vera con un solo unico impegno, quello di conciliare salute e lavoro, nel pieno rispetto delle normative anticontagio.
Dalla provincia di Arezzo sono partite oltre centocinquanta persone tra commercianti, ristoratori, cuochi, pizzerie, imprenditori del settore della moda, ambulanti, albergatori, palestre e società sportive. Sotto le finestre della Prefettura fiorentina in via Cavour, i rappresentanti del sistema Confcommercio delle province toscane sono saliti sul piccolo palco per lasciare una dichiarazione su invito del direttore regionale dell’associazione di categoria, Franco Marinoni che, insieme alla presidente regionale Anna Lapini e ai presidenti provinciali, alle 12 è stato ricevuto dal Prefetto di Firenze, Alessandra Guidi.
Al Prefetto la delegazione ha consegnato un documento unitario di richieste da far pervenire al Governo. La prima e più importante: avere la data certa della ripartenza. “Abbiamo indicato come data limite quella simbolica del 1° maggio – spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – perché quest’anno, dopo oltre un anno di chiusure o ripartenze a singhiozzo, il modo più intelligente di celebrare la “Festa del Lavoro” sarebbe proprio quello di tornare a lavorare. Anche perché ormai è evidente a tutti come non ci sia alcuna relazione tra le nostre attività e l’andamento epidemiologico. Anzi: con locali e negozi chiusi per settimane in zona rossa, i contagi sono addirittura aumentati”.
I manifestanti hanno preso le distanze dalle violenze di certe proteste, ma non certo dalle ragioni che le hanno motivate. “Stiamo uccidendo un pezzo d’Italia e della nostra economia, senza alcun risultato concreto in termini di salute, perché mentre alle nostre attività è imposto questo sacrificio, sono invece liberamente operanti le industrie, gli uffici, i supermercati, i mezzi di trasporto pubblici, le scuole e molte altre occasioni di assembramento che evidentemente, invece, sono fonte di contagio – scrive Confcommercio Toscana nella premessa alle richieste inoltrate al Prefetto – la nostra categoria, e la nostra associazione in particolare, si sono sempre mosse nel pieno rispetto della legalità. Intendiamo continuare a farlo ancora. È indispensabile, però, un ripensamento della strategia di gestione della pandemia, che passi in primo luogo per una massiccia intensificazione della campagna vaccinale. Senza furbizie, prevaricazioni o favoritismi. Al contempo, sarà possibile riaprire quelle attività che possano garantire il più rigoroso rispetto della prevenzione e delle norme di sicurezza. Perché non ha senso consentire la compresenza di sedici persone in un pullman di 40 metri quadrati e neanche una per volta in un negozio degli stessi 40 mq”.
“Tra ingiustizie e assurdità, l’esasperazione della nostra gente è arrivata al massimo e non va sottovalutata. Noi per primi non vorremmo che la situazione ci sfuggisse di mano – sottolinea la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini – ecco perché, ad un mese e mezzo di distanza dalla manifestazione che ci ha visto formare delle lunghe catene umane in tutte le città toscane, torniamo in Prefettura perché il massimo rappresentante territoriale dello Stato possa trasferire le nostre considerazioni al Governo nazionale nella maniera più autorevole. Tre sono le nostre richieste principali: poter riaprire, nel rispetto delle norme anticontagio, accelerare in maniera decisiva il piano vaccinale e, nel frattempo, bloccare i costi delle imprese. Non ce la facciamo più ad andare avanti: le nostre imprese sono in terapia intensiva, abbiamo perso il controllo della situazione economica. Non vogliamo che vacilli anche la nostra fiducia nelle istituzioni”.
Oltre alla data certa per la riapertura, Confcommercio ha ribadito l’assoluta e urgente necessità di misure a sostegno delle imprese di commercio, servizi e turismo, le più penalizzate dagli effetti della pandemia e ora a serio rischio di sopravvivenza; richieste che sono state consegnate anche al Presidente della Toscana Eugenio Giani, che ha ricevuto nel suo ufficio di piazza Duomo una rappresentanza di Confcommercio, insieme all’assessore regionale Leonardo Marras.