I due stavano bruciando prevalentemente scarti in legno, come vecchie porte e bancali, in un terreno adiacente alla ferrovia. I carabinieri hanno notato il fumo nero e li hanno colti sul fatto. Scattata la sanzione amministrativa
Stavano bruciando un cumulo di scarti, principalmente rifiuti speciali non pericolosi, quando sono stati scoperti dai Carabinieri forestali di Reggello, che passavano dalla strada di Pian di Rona, tra Matassino e Prulli, e hanno notato una colonna di fumo nero provenire da un terreno adiacente alla linea ferroviaria Roma-Firenze. Per questo due persone, padre e figlio, titolari di una impresa edile, sono stati denunciati.
I carabinieri hanno seguito la colonna di fumo e sono arrivati ad un terreno privato recintato, tra la linea ferroviaria e l’autostrada A1, il cui cancello carrabile era aperto. All'interno i due uomini, che stavano bruciando due cumuli di rifiuti, per la maggior parte materiale legnoso come porte, assi di legno, bancali di legno, ma anche con la presenza di materiale plastico non meglio identificabile, ormai sciolto. Accanto, anche un furgone di proprietà di uno dei due, dotato di cassone ribaltabile e carico di altri rifiuti legnosi non pericolosi.
I Carabinieri forestali hanno identificato i due uomini e hanno accertato che il mezzo non risultava autorizzato al trasporto dei rifiuti, e che sul terreno, dato in uso da un'altra persona, erano presenti numerosi rifiuti speciali non pericolosi di vario genere abbandonati a terra, tutti riconducibili ad attività edile. Vista la vicinanza sia alla linea ferroviaria che alla rete autostradale, i Carabinieri forestali hanno chiesto l’intervento di una squadra dei Vigili del Fuoco, per spegnere il cumulo in combustione.
I due uomini, padre e figlio, sono stati denunciati per il reato di smaltimento illecito di rifiuti speciali non pericolosi tramite combustione al suolo, previsto dal Testo Unico Ambientale. Hanno inoltre applicato la procedura contemplata dal TUA che consente l’estinzione del reato, obbligando padre e figlio allo smaltimento dei rifiuti depositati sul terreno, e al pagamento di una sanzione amministrativa di 6500 euro per ciascuno.