Come già altri suoi colleghi il sindaco di Montevarchi condivide la decisione di non riaprire fino al 3 giugno
Anche il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini si schiera dalla parte degli agenti di viaggio che hanno deciso di non aprire fino al 3 giugno. 3 delle 13 agenzie del Valdarno, che fanno parte del Gruppo di agenti di viaggio di Arezzo e provincia, sono proprio di Montevarchi.
“Il Gruppo di agenti di viaggio di 52 agenzie di Arezzo e provincia hanno deciso di non riaprire per tutelare la loro clientela, condizionati dall’incertezza sulla regolamentazione delle riaperture dei confini regionali e nazionali- afferma il Sindaco Chiassai Martini – Le Istituzioni hanno l’obbligo di raccogliere l’ennesimo dramma causato dalla pandemia, aggravato dalla carenza di risposte chiare su settori strategici della nostra economia. La 'fase 2' ha significato una ripresa lenta e faticosa per le attività chiuse da due mesi con le disposizioni governative di contrasto alla diffusione del Covid; per altri invece l’opportunità di una ripartenza appare ancora nebulosa".
"Un’incertezza che colpisce duramente il Turismo, un ambito fondamentale di sviluppo per il nostro territorio e che in Italia rappresenta il 13% del Pil. Le agenzie di viaggio e i loro agenti non hanno solo lo scopo di organizzare gli spostamenti o di vendere “pacchetti”sia in Italia che all'Estero, ma sono anche vettori importanti per le promozioni dei territori, dei servizi , delle strutture con il delicato compito di mettere in relazione la domanda e l’offerta dei turisti, provenienti anche dall’Estero. Oggi questi agenti sono stati messi nelle condizioni di non riaprire al pubblico e gli stessi, con grande senso di responsabilità, hanno deciso di tutelare la loro clientela non potendo provvedere a dare informazioni adeguate sulla programmazione dei viaggi in maniera sicura e professionale".
"Non posso che unirmi al loro doloroso appello affinché il Governo, oltre alla gestione difficile della emergenza sanitaria, sia in grado di rispondere alle necessità del settore, così come stanno facendo altre Nazioni europee, nostre dirette concorrenti. Il rischio è un crollo economico rilevante il cui impatto porterà seri problemi di occupazione legati a tutta la filiera dei viaggi e del turismo”.