Il bilancio 2013 delle farmacie comunali ha un utile di 8mila euro. “Si prevede una chiusura in positivo anche per il 2014”, commenta il sindaco Grasso. Il CdA lavorerà ancora, al massimo per 12 mesi, senza percepire nulla. Nominati anche i nuovi revisori dei conti. Ma l’opposizione solleva numerose critiche
Chiuso in positivo, con un attivo di circa 8mila euro, il bilancio 2013 dell'AF Montevarchi Spa, la società partecipata (al 99%) del comune di Montevarchi (l'1% è del comune di Terranuova) che gestisce le farmacie comunali. Approvato a fine ottobre, il bilancio 2013 è stato appena depositato: è il primo risultato positivo dopo anni di conti in rosso.
"Abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo dati – commenta il sindaco di Montevarchi, Francesco Maria Grasso – e le previsioni per il 2014 sono ancora positive, parlano cioè di un altro bilancio in attivo". L'AF Montevarchi Spa, al centro del dibattito politico per mesi, è stata oggetto di discussione anche all'ultimo Consiglio comunale.
Due le notizie emerse in quella sede: la nomina del Collegio dei Sindaci revisori, operata dal sindaco dopo un bando pubblico per le candidature; e la proroga dell'attuale CdA per un periodo massimo di un anno a titolo gratuito. "Una possibilità offerta da una legge dell'attuale Governo, che ci consente di prorogare al massimo di dodici mesi il CdA, senza che i membri percepiscano nulla, affinché si possano portare a termine alcune procedure", spiega Grasso.
Sono tre gli obiettivi del Cda: "Terminare la modifica dello statuto della società; andare quindi verso l'Amministratore unico, come già chiesto dal Consiglio comunale; e verificare le ipotesi di spostamento della farmacia della Penna, che potrebbe essere localizzata in centro a Terranuova o in un'altra zona del comune terranuovese".
La discussione in aula, nata da una mozione presentata da Prima Montevarchi, è stata particolarmente accesa. Le opposizioni hanno criticato diversi aspetti: prima di tutto il ritardo con cui si giunge a conoscere il bilancio 2013, nonostante le numerose richieste. E poi, la nomina del Collegio sindacale, avvenuta senza consultare i capigruppo consiliari. "Grasso aveva pubblicato un bando, con espresso richiamo alla delibera del Consiglio che detta i criteri da osservare nelle nomine di competenza sindacale. Ma, nonostante la delibera imponesse di sentire i capigruppo prima di procedere alle nomine e di motivare compiutamente le ragioni delle scelte, Grasso ha proceduto per proprio conto", commenta Prima Montevarchi.
E poi, in merito al bilancio: "Si rileva una flessione dei ricavi consistente. La gestione della AF Montevarchi, poi, appare aver registrato una serie di insuccessi non attribuibili a fattori esterni. Tra questi: la pessima incidenza degli acquisti sul costo del venduto e fallimento dell'iniziativa di associarsi alla società cooperativa di grossisti farmaceutici; la notevole incidenza dei costi del personale sul fatturato, condita da un pesante clima di tensione tra organo di gestione e dipendenti; infine, bocciatura delle modalità di monitoraggio dell'andamento della gestione, una mancanza di trasparenza di cui ci eravamo accorti noi consiglieri".
"In sostanza – conclude Prima Montevarchi – si perviene ad un utile di miseri 8mila euro, a fronte delle roboanti promesse fatte in tutte le sedi, figli dell'aver mutato il contratto di leasing per l'acquisto dei locali in mutuo (peraltro con penalità troppo alte a detta dei revisori). Tenendo ben presente che proprio l'organo di revisione indica i benefici contabili di detta trasformazione non strutturali. Insomma, un'azienda che opera in un settore dove i privati sono diventati tutti multimilionari, fa fatica a stare in pareggio o giù di lì".