23, Novembre, 2024

Calcit Valdarno: donare, contribuire, realizzare

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Conosciamo un po’ meglio il Comitato autonomo per la lotta contro i tumori del Valdarno. Un’associazione ormai storica nella nostra vallata, nella quale opera da ormai quasi trent’anni

Il Calcit Valdarno, associazione storica della vallata, si racconta attraverso le parole di Piero Secciani e Lucia Tracchi – rispettivamente presidente e segretaria dell'associazione – mettendo in luce alcuni progetti, le finalità e gli obiettivi raggiunti attraverso un volontariato impegnato e impegnativo. 

Come nasce il Calcit Valdarno? "Nasce, sulla scia di quello aretino, nel 1991 a San Giovanni Valdarno, grazie alla volontà di un gruppo di commercianti, sindaci dei comuni valdarnesi, medici, professionisti e semplici cittadini, con l'intento di fare qualcosa di concreto nella lotta ai tumori". Da San Giovanni si è poi esteso? "Certo! Adesso operiamo su 8 sezioni: Bucine, Castelfranco di sopra, Cavriglia, Loro Ciuffenna, Montevarchi, Piandiscò, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini. Ogni sezione ha un responsabile, un consiglio e un tesoriere. Il tutto ocnfluisce nel Consiglio di Amministrazione che è composto da un presidente e due vicepresidenti, un comitato di presidenza, il tesoriere amministrativo, il respoonsabile della commissione medica e da molti consiglieri."

Quali sono i progetti annuali e gli obiettivi raggiunti? " Tutti gli anni si svolge il Mercatino dei Ragazzi nelle piazze dei vari comuni, in collaborazione con le scuole del territorio. Alla base del mercatino c'è l'idea di promuovere tra i giovani, assieme a quella della lotta contro i tumori e le loro cause scatenanti, anche la cultura della solidarietà e del volontariato. Questo tipo di progetti vede coinvolti i ragazzi, le scuole, le famiglie e tutta la comunità valdarnese. Una cosa di cui andiamo fieri è il Progetto Scudo, con il quale riusciamo a garantire un'assistenza domiciliare 24 ore su 24. Nel 2003 abbiamo aperto il centro oncologico all'ospedale della Gruccia dove poi nel 2013 è stato inoltre attivato anche il centro di radioterapia, In tutti questi anni abbiamo acquistato molti macchinari di vario genere per la cura e la diagnosi a servizio del nostro ospedale. Nel 2017 siamo riusciti ad ottenere un Registro tumori ". Di cosa si tratta? "è appunto un registro in cui vengono in qualche modo schedate tutte le patologie incontrate nel territorio , permettendo così di comprandere quali siano le maggiori tipologie presenti nel Valdarno e di conseguenza attivare un'azione di monitoraggio e di prevenzione più accurata. La vera conquista è che questo è stato reso pubblico".

Quanti soci siete? "Siamo 550 e cresciamo di anno in anno; Soprattutto nell'ultimo anno abbiamo registrato un aumento di 150 soci – e considerando che si può diventare soci con la maggiore età, in questo discorso si escludono tutti i bambini che partecipano ai mercatini. In ogni caso la crescita è necessaria perchè l'efficenza dei nostri servizi sia garantita. Vorrei anche evidenziare il grande sostegno prestato da simpatizzanti e cittadini ."

Avete altre collaborazioni con le scuole? "La prevenzione per noi è una parte molto importante della lotta contro il tumore ed è per questo che sulla scuola puntiamo molto. Attiviamo progetti di educazione alla salute, elaborati in collaborazione con le strutture sanitarie, le amministrazioni locali e le scuole, volti a sensibilizzare i giovani nell'attuazione dei corretti stili di vita che passano da una sana alimentazione, allo sport, ecc." 

Qual'è il vostro ruolo dentro al Calcit e perchè ne fate parte? "Io sono Piero e sono il Presidente del Calcit Valdarno e lei Lucia è la nostra segretaria che si occupa di tutta la parte amministrativa. Crediamo che il Calcit rappresenti quel valore aggiunto che non può e non deve sostituirsi alle istituzioni, ma che contribuisce a legare queste ultime coi cittadini. Per noi è importante la diffusione della sensibilità. La determinazione e la convinzione che il tumore possa essere combattuto e sempre più spesso visto ben consapevoli che quanti sono colpiti dalla malattia e i loro familiari non possono essere lasciati soli."

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