Serena Stefani (Presidente CB2): “Ecco dove stiamo lavorando e perché i lavori sono decollati nel mese di luglio”. Ad ottobre via ad un piano di tagli straordinario sul fiume Arno, importante per la sicurezza idraulica e fortemente caldeggiato dalla Regione Toscana che ne sostiene gran parte delle spese. Stop temporaneo all’intervento sul Faella per la presenza di una pianta aliena
Oltre 1.200.000 di euro saranno investiti nel Valdarno aretino e fiorentino per la manutenzione di oltre 150 km di corsi d’acqua avviata dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.Tre lotti, per un totale di oltre 400.000 euro, sono affidati all’Unione dei Comuni del Pratomagno, con cui il Consorzio ha siglato apposita convenzione.
Nel versante fiorentino sono già interessati dai lavori i comuni di Figline Incisa Valdarno e Reggello. Nei prossimi giorni i cantieri decolleranno anche nel Comune di Rignano sull’Arno e successivamente nel Comune di Pelago. In quello aretino le squadre di operai sono in campo per interventi meccanizzati e manuali nel territorio di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Cavriglia e Castelfranco Piandiscò. Nelle prossime settimane altri cantieri si apriranno in Val d’Ambra e nei territori di Loro Ciuffenna, Terranuova Bracciolini e Laterina Pergine Valdarno. In contemporanea, andranno ad intensificarsi gli interventi previsti sul fiume Arno.
Oltre il 30% degli interventi programmati sono stati realizzati. Il Consorzio si impegna a completare il rimanente 70 per cento prima dell’inizio della stagione più piovosa. La priorità è andata alle aree più densamente urbanizzate e quindi al Torrente Cesto, al Borro di Ponterosso e al Borro di Fracassi a Figline Incisa Valdarno; al Borro della Madonna, al Borro delle Ville ed al Borro dei Frati a San Giovanni Valdarno; al Borro del Giglio, al Borro Spedaluzzo ed al Torrente Dogana a Montevarchi; al Borro della Cervia a Cavriglia.
“Tutti gli interventi sono stati individuati a suo tempo dal Consorzio di concerto con i Comuni e con la Regione Toscana, enti con i quali vi è una collaborazione stretta durante tutto l’anno – spiega il Presidente dell’Alto Valdarno Serena Stefani – La concertazione è indispensabile per far fronte alle varie necessità segnalate sia dai cittadini che dagli amministratori, i nostri principali partner nella difesa attiva del territorio dal rischio idrogeologico. Questa raccolta di indicazioni non si interrompe mai: anche in questi mesi ne abbiamo ricevute e valutate tante. Molte di queste saranno proposte per l’inserimento nel Piano delle Attività del prossimo anno. Tra gli interventi più richiesti quelli di riprofilatura e di eliminazione dei sedimenti accumulatisi in alveo, indispensabili per restituire piena efficienza alle sezioni idrauliche dei corsi d’acqua”.
“Gli interventi in corso consistono nella manutenzione ordinaria, finalizzata al mantenimento delle opere idrauliche e del reticolo di gestione, nonché alla prevenzione del loro degrado con l’obiettivo primario di minimizzare eventuali situazioni di pericolo. La cura dei fiumi indirettamente produce un miglioramento del decoro urbano, particolarmente apprezzato dai cittadini, che, anche in seguito all’azione svolta dal Consorzio, si riappropriano degli spazi fluviali per attività ludiche, sportive e ricreative. Un risvolto importantissimo anche per noi, ma non l’unico: il nostro principale compito infatti è operare per ridurre il rischio idraulico”.
“La nostra attività deve essere portata avanti nel rispetto dell’ambiente fluviale, dei processi di dinamica dei sedimenti, dello sviluppo controllato della vegetazione e della funzione di corridoio ecologico del corso d’acqua: per questo ogni intervento deve essere programmato accuratamente, per eliminare con il taglio solo quella parte di vegetazione, presente sulle sponde ed in alveo, che si ritiene possa costituire un ostacolo al deflusso e che non vada ad interferire con la stabilità delle sponde e delle opere idrauliche”, precisa Stefani, concludendo l’illustrazione dell’operazione “fiumi puliti” in corso in Valdarno.
Stop invece per l’intervento sul torrente Faella a causa della presenza invasiva di una pianta aliena. “Si tratta del Poligono del Giappone, pianta di origine orientale che si è insediata in Valdarno ormai da 10 anni – spiega Simone Frosini dell’Unione dei Comuni del Pratomagno – Al momento della sua comparsa occupava le aste fluviali per non più di un km, ora la sua presenza si è moltiplicata fino ad interessare 10-12 km e ha raggiunto concentrazioni straordinarie soprattutto nei comuni di Terranuova Bracciolini e Castelfranco Piandiscò. E’ una specie vegetale che, da noi, non ha competitor, si riproduce con estrema facilità e quindi si propaga in modo esponenziale. La sua presenza distrugge la biodiversità e, a causa di un apparato radicale pervasivo, crea molte complicazioni agli argini. Conoscerla è fondamentale per poter studiare modalità adeguate per il suo difficile contenimento. Nel tempo abbiamo scoperto che l’unico modo per rallentarne la diffusione è di spostarla quando è in riposo vegetativo. Ecco perché l’intervento sul Faella non sarà realizzato ora, ma nei mesi di ottobre-novembre”.
“E’ un escamotage per tamponare l’emergenza. Questa criticità dovrà comunque essere affrontata in modo radicale, anche interessando la Regione e il Ministero e andando ad intercettare risorse nazionali e comunitarie per poterla risolvere”.
Nel 2019, infine, il Consorzio è chiamato a realizzare un intervento straordinario di taglio della vegetazione sull’Arno. L’operazione interesserà alcuni tratti del fiume nei comuni di Rignano sull’Arno, Reggello, Figline Incisa Valdarno, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Montevarchi e Laterina Pergine Valdarno.
“E’ un lavoro importante sul piano della sicurezza idraulica, che prenderà il via nel corso del mese di ottobre – spiega il Presidente Stefani – Voluto dalla Regione Toscana e in gran parte da essa finanziato, sarà impegnativo sul piano tecnico e, proprio per questo, avrà tempi di realizzazione più dilatati. Sempre sull’Arno è previsto un altro intervento, realizzato con fondi regionali, a Rosano nel Comune di Rignano sull’Arno e poco più a valle nel territorio del Comune di Bagno a Ripoli”.