23, Novembre, 2024

Trentanove posti di lavoro in bilico, dipendenti occupano il magazzino Zara. “Chiudono perché qui devono rispettare i contratti”

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Si tratta di uno dei magazzini della rete di distribuzione di Zara: si trova sulla Pian di Rona, nel comune di Reggello. Dopo quasi un anno di lotte sindacali con i SI Cobas, i lavoratori avevano ottenuto il rispetto del contratto e degli orari di lavoro, fino a quel momento un miraggio. E così l’azienda ha appena comunicato la chiusura dello stabilimento

Chiuderà il 28 febbraio, il magazzino che smista merce di Zara, situato lungo la Pian di Rona nel comune di Reggello: la comunicazione è arrivata in questi giorni dall'azienda, e i lavoratori, che sono 39, quasi tutti stranieri e dipendenti di una cooperativa, hanno deciso di occupare lo stabilimento, manifestando così, insieme ai rappresentanti SI Cobas, la loro rabbia per una vicenda che li ha visti già protagonisti di lotte nei mesi scorsi. Oggi la prospettiva è la perdita del posto di lavoro, per tutti. E il magazzino inizia già a svuotarsi, senza i rifornimenti. 

"Tutto è cominciato ad aprile dello scorso anno – spiega Luca Toscano, del Sindacato Intercategoriale Cobas, che rappresenta i lavoratori – in questo magazzino, dove transitano i prodotti Zara, c'erano condizioni di sfruttamento del lavoro gravissime, senza il rispetto del contratto collettivo nazionale, con turni massacranti e senza pause. Addirittura erano costretti ogni mese, dopo aver ricevuto buste paga già difformi e sottopagate, a restituire una parte del loro stipendio alla cooperativa".

"Grazie agli scioperi e alla lotta sindacale, queste condizioni sono state cancellate, e tutti i dipendenti oggi sono regolarmente inquadrati e pagati: ecco, dal momento in cui viene rispettato il contratto nazionale, e che quindi il costo del lavoro è aumentato, Zara ha deciso di chiudere questo magazzino. Non c'è nessuna crisi aziendale, c'è solo la volontà di fare fuori un magazzino in cui si rispettano i diritti dei lavoratori, forse l'unico in tutto il ciclo di Zara. Per questo siamo in occupazione e in sciopero permanente: non è accettabile che una delle multinazionali più ricche al mondo sprema i lavoratori così, e poi li butti non appena chiedono il rispetto dei loro diritti", conclude Luca Toscano. 

 

 

I lavoratori resteranno fuori dai cancelli ad oltranza, finché non ci saranno garanzie. "Zara non ha mai risposto alle nostre richieste, abbiamo avuto invece incontri con le aziende in appalto e subappalto, cioè DHL e Consorzio Ucsa, ma da questi incontri non è emerso nulla di concreto", precisa il rappresentante SI Cobas. 

Turni senza orario, senza pause, sottopagati: sono i dipendenti stessi a raccontare cosa significava lavorare qui, prima delle lotte sindacali. "Ci chiamavano a qualsiasi ora, non sapevamo per quanto tempo avremmo lavorato, a volte anche 18 ore consecutive, altre volte anche di più. Senza pausa. E poi dovevamo rendere una parte dei soldi, per continuare a lavorare. Vogliono che lavoriamo senza pagarci, in pratica: è sfruttamento", raccontano. 

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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