Chi volesse contribuire anche con piccolissime offerte può rivolgersi alla cartoleria “La Bottega” dove è stato costituito un centro raccolta fondi
Sarebbero prima o poi scomparse se un gruppo di cittadini non si fosse armato di buona volontà e di arnesi e non si fosse messo all'opera per restaurarle. Si tratta delle tombe antiche che si trovano nel cimitero di Cavriglia, testimonianze non solo umane ma anche della storia e delle radici del territorio.
Le tombe presentavano lapidi spezzate, cordoli corrosi, colonne mangiate dal tempo, dediche illeggibili. Cinque sono state già recuperate ma il lavoro continua. Ancora ne restano 40 da risistemare. Si tratta di sepolture che risalgono al periodo compreso fra i primi anni e la metà del XX secolo: dai cimiteri del Valdarno sono scomparse nella stragrande maggioranza dei casi e per questo quelle rimaste hanno un importante significato.
I cittadini che se ne stanno occupando spiegano: "Sono tombe molto modeste nella composizione architettonica e nel contenuto estetico, ma proprio per questo ricche di umanità. Chi le fece costruire non aveva grandi capitali da spendere, desiderava semplicemente creare l’ultima dimora del defunto, esprimendo i propri sentimenti e il proprio rimpianto. I defunti erano quasi sempre persone semplici, contadini, minatori, artigiani, massaie, spesso bambini. Il trascorrere del tempo ha fatto sì che queste tombe siano state progressivamente abbandonate e oggi mostrino in modo inequivocabile i segni del degrado".
"Alcune lapidi sono addirittura scomparse: probabilmente frantumate in mille pezzi, di loro resta un moncone privo di parole, per cui è ignoto il nome del defunto che giace sottoterra. Altre hanno ancora la lapide, ma spezzata e da ricomporre. In alcune tombe il cordolo che accoglie la lastra di marmo è sgretolato dal tempo, inclinato e franato. Altrove colpiscono le croci di ghisa, talmente arrugginite che basta toccarle per vedere sfarfallare la materia, oppure le colonnine in mattoni completamente disfatte, al cui interno si vede l’anima di ferro che le teneva in piedi, oppure le mattonelle usate come pavimento, distaccate l’una dall’altra e del tutto corrose. I vasi da fiori, in marmo o in pietra, sono rotti, le statuette commemorative sono mangiate dalla pioggia e dagli eventi atmosferici, i caratteri in bronzo sono spesso mancanti, le dediche illeggibili".
Per tentare di arginare il degrado questo gruppo di cittadini ha deciso di intervenire. Cinque quelle risistemate. Due esempi dei restauri effettuati
Restano ancora 40 tombe da restaurare: un impegno pesante per pochi cittadini. Per questo è stato istituito un centro raccolta fondi. Si trova presso la cartoleria “La Bottega” di Cristiana Crini, di Cavriglia: una semplice scatola di cartone dove, in forma completamente anonima, il cliente può depositare la sua offerta, anche minuscola, contribuendo così al salvataggio di altre tombe. Presso lo stesso negozio saranno visibili le fotografie delle singole sepolture che, di volta in volta, diventeranno oggetto di intervento.