24, Novembre, 2024

“Precarietà e lento declino”: i Cobas tornano a denunciare la situazione dell’Ospedale Serristori

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Calò e Mangiola fanno il punto sulle condizioni attuali del presidio figlinese: “Ancora chiuse le sale operatorie, la chirurgia generale, il laboratorio analisi aperto solo h12 senza adeguato personale, la radiologia che va avanti con difficoltà. Intanto aumenta la precarizzazione dei rapporti di lavoro”

Parlano di "lento declino", i Cobas, nel comuicato con cui tornano ad accendere i riflettori sulle condizioni dell'Ospedale Serristori di Figline. I delegati Andrea Calò e Domenico Mangiola tracciano il punto della situazione rimarcando il contesto in cui si trova il presidio figlinese: "Continua indisturbata l‘operazione aziendale della USL Toscana Centro e della politica regionale di ridimensionamento dei servizi all’ospedale Serristori, in un territorio già profondamente ferito dall'annunciata chiusura della Bekaert, in un'area territoriale già soggetta ad una desertificazione di attività produttive e artigianali, dove se si ottiene ancora business è esclusivamente grazie alle politiche di privatizzazione e di esternalizzazione a scapito della sanità pubblica".

"Nascono come funghi strutture private sul versante sanitario e sociale – fanno notare i Cobas – mentre nel contempo vengono chiuse, ridimensionate e sospese le stesse attività nel servizio sanitario pubblico nonostante siano in aumento le liste di attesa, tanto che l’azienda USL Toscana Centro ha avuto il coraggio di richiedere a tutti i lavoratori, oltre l’orario di lavoro normale, prestazioni aggiuntive per “abbattere” le liste di attesa nell’area chirurgica e diagnostica che la stessa azienda crea". 

Al Serristori, scrivono i Cobas, intanto "la Direzione Generale mantiene chiuse le sale operatorie, il reparto di week surgery, il laboratorio analisi aperto solo h12 senza adeguate dotazioni di personale e con una radiologia che va avanti con difficoltà. Le uniche risposte che vengono date è con l’aumento della precarizzazione dei rapporti di lavoro, interinali e tempi determinati, molti a scadenza per settembre. Ancora la sub-intensiva in attesa di riavere il terzo posto letto e di vedere sostituiti gli anestesisti andati in pensione o dedicati ad altre attività, mentre drammatiche rimangono le condizioni delle 2 medicine, costrette a lavorare sotto organico per la mancata sostituzione di infermieri". 

Particolarmente pesante la carenza degli anestesisti, tra l'altro, perché si tratta di "personale medico specialistico che garantisce il mantenimento della sub-intensiva in h24, delle due sale operatorie, delle attività di pronto soccorso nonché della pre-ospedalizzazione necessaria agli interventi chirurgici". E secondo i Cobas, "la volontà di non completare l’organico di medici anestesisti nasconde in realtà l’operazione di smantellare l’ospedale per acuti, prova ne sono i numeri: dei vecchi 9 anestesisti oggi  ne sono in servizio sulla carta solo 6, ma in realtà 5 in quanto ci sono i liberi, i recuperi e le ferie. L’Azienda ha scelto di tenere questo profilo e non ci racconti le solite balle che ci sono le graduatorie, i tempi di scorrimento e le problematiche burocratiche".

"Siccome i Sindaci non stanno vigilando né monitorando l’applicazione del patto territoriale – accusano i delegati Calò e Mangiola – l’Azienda sta procedendo all’assorbimento della sub intensiva all’interno dell’high care medica, con la conseguenza perdita di un reparto di area critica specifico: ecco spiegato il motivo della mancata reintegrazione degli anestesisti mancanti. Il giochino permette così alla direzione sanitaria di passare ad una presenza degli anestesisti sulle 12h anziché sulle 24h. Una operazione che avrà dure ripercussioni sul funzionamento del pronto soccorso, che a questo punto diventerebbe un primo soccorso con l’unica funzione di veicolare i pazienti sugli altri ospedali". 

I Cobas ricordano poi "l'endoscopia, oramai chiusa da quasi 2 mesi" e il parallelo aumento  dei servizi, a pagamento, svolti dai medici in intramoenia; e ancora, "la cardiologia ormai classificata di 2° livello benché, con scarsità di personale, garantisce sulle 6h prestazioni per esterni, per i reparti interni e per il pronto soccorso". Infine il cenno allo "scandaloso obiettivo regionale “in cantiere” di far pagare ai cittadini prestazioni chirurgiche attualmente erogate gratuitamente, come ricovero ospedaliero, ad esempio le comunissime ernie inguinali" e il punto sulla Medicina del Lavoro: "Qui pesantissime sono le responsabilità del Direttore Sanitario aziendale Dr Gori, che a distanza di 4 mesi dal pensionamento del medico competente addetto alla sorveglianza sanitaria non si è preso neppure la briga di prevedere una immediata sostituzione, contravvenendo ai principi di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Un fatto questo di inaudita gravità e che la dice lunga su come l’ospedale Serristori ed i lavoratori sono considerati dall’azienda". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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