24, Novembre, 2024

Vicenda Bekaert: solidarietà dei delegati Rsu Cobas USL Toscana Centro. “Pronti a sostenere ogni iniziativa di lotta”

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Andrea Calò e Domenico Mangiola: “Difendere il lavoro, diritti e salario, contrastare la dismissione dello stabilimento di figline, solidarietà e sostegno alle iniziative di lotta e mobilitazione”

Sulla chiusura dello stabilimento Bekaert di Figline, ex Pirelli, annunciata ai 318 lavoratori dalla multinazionale Belga intervengono anche i delegati Rsu Cobas USL Toscana Centro Andrea Calò e Domenico Mangiola.

"Si tratta di una scelta grave, miope, arrogante, socialmente inaccettabile il cui unico scopo è quello di ottenere esclusivamente maggiori profitti, a danno del lavoro, occupazione e diritti. La scusa classica e banale utilizzata dalla multinazionale per dismettere lo stabilimento sta 'nei suoi costi strutturali notevolmente superiori rispetto a quelli degli altri stabilimenti', il sito a detta loro 'non è stato in grado di generare performance sostenibili dal punto di vista finanziario'. Assolutamente falso".

"La proprietà non ha mai mantenuto nessuno degli impegni assunti nel lontano 2014 al Ministero dello Sviluppo Economico dove fu raggiunto un accordo tra Pirelli, organizzazioni sindacali e la Rsu dello stabilimento di Figline, alla presenza della Regione Toscana e Provincia di Firenze proprio nella fase di negoziazione con la Multinazionale Bekaert per la cessione del ramo d’azienda che riguardava la produzione dello “steelcord” e lo stabilimento di Figline Valdarno. In quel contesto furono assicurati mantenimento dei livelli occupazionali, investimenti, attività di ricerca e sviluppo e nonostante i sacrifici fatti negli anni dai lavoratori che hanno sempre vissuto in uno stato di forte precarizzazione e flessibilità, quegli impegni sono diventati carta straccia".

Calò e Mangiola continuano: "Purtroppo dobbiamo rilevare che i livello di attenzione promessi allora da Governo e Istituzioni Nazionali e locali per la tenuta dell’accordo da parte della multinazionale non è sempre stato positivo. Spesso i lavoratori sono stati lasciati soli nonostante che più volte abbiano denunciato atteggiamenti contradditori della multinazionale nel rispetto puntuale degli accordi, nel peggioramento delle condizioni di lavoro, nella perdita di salari e progressivamente di molti diritti. La modalità cinica e arrogante con la quale la multinazionale dismette fabbrica e indotto in un territorio già pesantemente toccato da processi di de-industrializzazione e di speculazione finanziaria che hanno portato a tante chiusure, esuberi, licenziamenti e cassa integrazione deve essere in ogni modo contrastato, anche perché questa volta il prezzo da pagare è inaccettabile, drammatico e alto. Violato persino l’articolo 41 della nostra Costituzione sulla 'responsabilità sociale d’impresa'”.

"A fronte di questa dismissione come delegati Rsu Cobas USL Toscana Centro ci aspettiamo, al di la di ogni retorica un impegno reale, responsabile e combattivo della Regione Toscana verso un governo reazionario, disattento sulle disuguaglianze sociali, affinché si impegni senza alcun indugio all’apertura di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico per impedire la chiusura dello stabilimento di figline, tutelare lavoro, occupazione salari e diritti nonché il futuro produttivo di tutto il Valdarno".

"Come delegati Rsu Cobas USL Toscana Centro esprimiamo vicinanza, solidarietà attiva ai lavoratori, alle loro famiglie e alla stessa RSU pronti a sostenere ogni iniziativa di mobilitazione e lotta che sia necessaria".

 

 

 

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