Ieri notte se n’è andato Alfredo Martini, padre del ciclismo azzurro. Anche il Valdarno lo ricorda: il legame con lo storico ct azzurro era molto forte. Il ricordo di chi lo ha conosciuto e delle istituzioni. Il grande saggio delle due ruote era sempre presente al Giro del Valdarno: “Correre qui è sempre molto bello, per la tradizione che lega il ciclismo a questa terra”.
Se ne è andato Alfredo Martini, il grande saggio del ciclismo italiano, e anche il Valdarno piange la sua scomparsa. Del resto, il legame che univa il nostro territorio allo storico ct della nazionale e presidente onorario della Federciclismo, era antico ed indissolubile. E non poteva essere altrimenti per una terra, il Valdarno, da sempre amante delle due ruote.
Alfredo Martini veniva quasi sempre a seguire dal vivo il Giro del Valdarno, storica corsa premondiale per gli under 23 che si corre a Figline e ad accoglierlo c'era sempre un bagno di folla, come ricorda l'organizzatore Enzo Cellai. "L'ultima volta è stato tre anni fa ed era impressionante vedere come la gente lo amasse: in molti gli chiedevano l'autografo. Per noi è stato un padre, di ciclismo ma anche di vita. I suoi insegnamenti continueranno a guidarci".
Ma anche a Loro e nelle altre cittadine valdarnesi non era insolito trovare l'ex ct azzurro all'arrivo delle corse, anche minori, intento a prendere appunti sulle singole prestazioni dei corridori. Tra ciclismo dilettantistico e professionismo non c'era per lui molta differenza: analizzava le prestazioni di ogni singolo corridore, per studiarne – da vero ct – l'evoluzione e la condizione fisica. Annotava tutto in quaderni che costituivano il suo archivio più prezioso.
Del Valdarno aveva un rispetto profondo: "Correre qui è sempre molto bello per la tradizione che lega il ciclismo a questa terra. E poi il Giro del Valdarno è diventato una corsa molto importante, perchè cade in un momento particolare proprio alle porte del Mondiale. È sicuramente un test importante per gli under 23".
Tra le sue ultime apparizioni nel nostro territorio, una serata dedicata al ciclismo al Perlamora Festival durante la quale tenne una bellissima lezione sulle due ruote e sulla vita dello sportivo – con una dura reprimenda al doping – e l'intitolazione della pista di Matassino a Ugo Fondelli, suo gregario nel dopoguerra, scomparso nel 2011.
Chi ha corso con lui in quegli anni è Valeriano Falsini, gregario per un brevissimo periodo di Fausto Coppi e al quale è stato dedicato il film "Mi Chiamava Valerio". Alla presentazione del trailer era presente proprio Martini che in questi decenni è sempre rimasto in buoni rapporti col Pentolaio di Matassino: "Corremmo insieme il Giro della Toscana del 1950. Siamo sempre stati amici: oggi è un giorno triste per il ciclismo".
Anche le istituzioni si stringono al lutto. “Mi è difficile dire qual'è il mio ricordo più bello di Alfredo Martini, viste le tante occasioni nelle quali è stato presente nel nostro territorio – a parlare è il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai – La notizia della sua scomparsa mi ha fatto però pensare all'emozione con la quale accolse il conferimento della cittadinanza onoraria ideale della Provincia di Arezzo nell'aprile del 2011”.
L'assessore regionale Vincenzo Ceccarelli sottolinea: "È morto un grande uomo. Questo era Alfredo Martini, ancora prima che un grande maestro di sport e di vita. Un toscano che amava molto la sua terra, del quale andare orgogliosi nel mondo. Io,
che ho avuto il privilegio e la fortuna di conoscerlo, lo sapevo da molti anni e ne ho avuto conferma anche nella recente, intensa esperienza alla guida del Comitato Istituzionale dei Campionati Mondiali di ciclismo che si sono svolti proprio un anno fa in Toscana".
"Oggi sono particolarmente addolorato – continua Ceccarelli – ma anche felice di averlo potuto sostenere quando mi è stato possibile. In particolare, ho un ricordo molto piacevole del libro che da presidente della Provincia di Arezzo contribuii a far nascere: uno
spaccato appassionante e avvolgente in cui Martini si raccontò e raccontò soprattutto un secolo di ciclismo, attraverso i personaggi che l'hanno caratterizzato".
Chi lo conosceva bene è l'ex ct della nazionale Paolo Bettini, colui il quale ha dovuto raccogliere il testimone di Franco Ballerini – il pupillo di Martini – all'indomani della sua tragica morte: "Con la sua scomparsa lascia un vuoto enorme. Chi l'ha conosciuto capisce perché, ma lo può fare anche chi non l'ha conosciuto. Chi lo ha seguito si è reso conto che persona eccezionale è stata. Sapeva incantare tutti". Anche una terra esigente come il Valdarno.