La presidente provinciale di Cna, Franca Binazzi, commenta l’attuale situazione locale nell’ambito dell’incertezza nazionale post-voto. “Continuiamo a fare i conti con misure una tantum, servono invece politiche industriali e del lavoro che favoriscano gli investimenti del mondo imprenditoriale”
Sono poco più di cinquantamila, per la precisione 50.271, i disoccupati iscritti alle liste di disoccupazione della provincia di Arezzo: un dato sostanzialmente stabile (erano 49.997 un anno fa) che vede il Valdarno al secondo posto, con il 26% dei disoccupati dell'area aretina, dopo ovviamente Arezzo. Più della metà sono donne, per la precisione il 55%. Le fasce di età che soffrono di più sono gli over 39 (29.667 iscritti alle liste di disoccupazione) e chi ha un’età compresa tra i 31 ed i 39 anni (9897, di cui 5714 donne).
Sul fronte delle assunzioni, invece, si registrano 16.276 ingressi nel mondo del lavoro nel 2017, con un aumento rispetto all'anno precedente di 2525 assunzioni: un dato positivo, da contestualizzare però con la tipologia dei contratti attivati. Di questi, infatti, il 50% sono a tempo determinato, una tipologia in forte aumento rispetto all’anno precedente (circa 1.600 in più) mentre al secondo posto si piazza il lavoro interinale (sono di questo tipo 3.207 contratti stipulati nel 2017 sul totale dei 16.276): è evidente che il lavoro precario occupa le posizioni più alte nel podio e registra, tra l’altro, un aumento di oltre 500 unità. Solo l’8% dei nuovi assunti è a tempo indeterminato.
Sono dati dell’Osservatorio del Lavoro Regionale riferiti, appunto, alla provincia di Arezzo, e che sono al centro dell'analisi della Presidente CNA Arezzo, Franca Binazzi. "Tra i settori trainanti – spiega – rimane stabile il comparto manifatturiero che ha assorbito il 25% della nuova occupazione, oltre 4.000 unità sul totale. È il segno di un mondo produttivo che mantiene i piedi per terra, lamentando la mancanza di misure agevolative strutturali. Basti pensare agli sgravi contributivi ad oggi in vigore: sono legati alle assunzioni degli under 35 per 3 anni, una misura certamente utile per i giovani ma assolutamente insufficiente nel panorama occupazionale complessivo".
"Continuiamo a fare i conti – è la critica della Presidente provinciale di Cna – con misure una tantum invece di puntare su politiche industriali e del lavoro che favoriscano gli investimenti del mondo imprenditoriale. Ed il quadro che abbiamo di fronte non induce all’ottimismo: sul fronte interno regna l’incertezza politica post-voto e sul piano internazionale i recenti provvedimenti americani in materia di dazi rischiano di minare pesantemente la nostra voce più importante, l’export. È difficile, in questo contesto, pianificare nuove assunzioni e ancor più stabilizzarle. Una realtà complessa da decifrare in cui diventa ancor più difficile fare programmi anche per le aziende più strutturate, figuriamoci per le piccole imprese".