Il report sull’economia aretina nel 2017 tracciato dalla Camera di Commercio di Arezzo mette in luce una crescita generale, sia in termini di occupazione che di impresa. L’export, in particolare, ha trainato il comparto della moda, che in Valdarno ha un bacino produttivo importante: è netta la ripresa rispetto ad un 2016 molto più difficoltoso
Un 2017 con il segno più per il comparto della moda in Provincia di Arezzo, che trova nel Valdarno aretino uno dei più importanti bacini produttivi. A trainare il settore, che nel 2016 aveva registrato maggiori difficoltà, è stato l'export: i flussi di esportazione sono cresciuti per pelletteria, calzature, tessile e abbigliamento addirittura del 30%.
A dirlo sono i dati della Camera di Commercio di Arezzo, che nel corso del 2017, anche come ufficio periferico ISTAT, ha elaborato e diffuso numerose indagini e studi sulla struttura e sull'andamento congiunturale dell'economia del territorio provinciale. In chiusura dell'anno, un report offre un quadro d'insieme delle direttrici di marcia del sistema economico locale.
"A livello provinciale – sottolinea il Segretario Generale dell'Ente Giuseppe Salvini – ci sono alcuni segnali positivi che fanno ben sperare per il 2018 e che, al tempo stesso confermano come quello aretino sia un sistema economico caratterizzato dalla profonda selettività nella quale operano le imprese .Si tratta di una selezione che avviene in base all'approccio della singola azienda al mercato: le aziende che ottengono i risultati migliori sono quelle che sono state in grado di modificare la propria organizzazione ed il proprio posizionamento in funzione delle tendenze del mercato; che soprattutto sono riuscite ad essere presenti stabilmente nei mercati esteri e che hanno mostrato maggior propensione a investire ed innovare".
Ed è proprio l'export, appunto, a caratterizzare il comparto della moda. "La moda nel 2017 – si legge nel report della Camera di Commercio di Arezzo – torna a risultati nettamente positivi che denotano un rientro alla normalità rispetto alle forti flessioni subite nel 2016 anche per fattori di tipo logistico-amministrativo: nei primi nove mesi, infatti le esportazioni sono cresciute del 31,5%, attestandosi a più di 720 milioni di euro.Tutte le specializzazioni presentano un aumento dei flussi verso l'estero, ma sono la pelletteria e le calzature quelle che presentano i risultati migliori: +38,2% la prima e +48,9% le seconde. L'abbigliamento ha un passo un po' più moderato (+22,8%). I tessili crescono del 5,5% sul corrispondente periodo del 2016. Esaminando il dettaglio dei principali mercati di sbocco, si può notare che l'abbigliamento cresce in quasi tutte le principali destinazioni, con Hong Kong, Regno Unito e Giappone sugli scudi, con la sola eccezione degli Stati Uniti (-5,9%). Anche nella pelletteria il segno positivo è ampiamente diffuso, con risultati particolarmente brillanti ad Hong Kong (+204,7%) e Francia (+83,3%). Infine tutti i principali mercati di sbocco delle calzature sono in crescita, primi fra tutti il mercato britannico (+875,8%) e quello tedesco (+581,3%), anche in questo caso con la sola eccezione di quello statunitense (-3%)".