L’intitolazione è avvenuta nel giorno in cui si è chiusa la mostra nella sala del consiglio ” I miei anni a Cavriglia”. Alcune delle opere sono state lasciate da Giuliano Pini al Comune
Intitolata all'artista Giuliano Pini la sala della giunta del comune di Cavriglia. Presenti il sindaco Leonardo Degl'Innocenti o Sanni e quattro assessori. La cerimonia si è tenuta in concomitanza con la chiusura della mostra "I miei anni a Cavriglia" allestita nella sala del consiglio. Giuliano Pini ha donato alcune opere dell'esposizione al Comune.
Forte è stato il legame tra l'artista e il territorio: molte delle sue opere più famose e importanti sono state ispirate proprio da Cavriglia e dai suoi abitanti. “I miei anni a Cavriglia”, inaugurata lo scorso 18 maggio e ideata da Filippo Secciani e Ilaria Colzi, ha rievocato tutti i ricordi accumulati dall'artista dal 1984 al 1998, periodo in cui Giuliano Pini ha vissuto nel territorio.
Giuliano Pini ha deciso di lasciare alcune opere della mostra al comune che sono state collocate nella sala della giunta a lui intitolata.
“Sarà un grande onore ospitare le sue opere – ha esordito il Sindaco Leonardo Degl'Innocenti o Sanni – Durante gli anni trascorsi nel nostro Comune, Cavriglia aveva ispirato Giuliano Pini. L'auspicio è che le sue opere sappiano ispirare allo stesso modo la nostra Giunta nell'azione di governo del territorio. Grazie alla pregevole concessione della famiglia Pini inoltre, nobiliteremo il palazzo comunale”.
“Nei secoli la nostra terra ha avuto l'opportunità di ospitare anche artisti e pittori di grande spessore. Uno degli ultimi nell'era contemporanea – ha affermato il Vicesindaco con delega alla Cultura Filippo Boni – è stato proprio Giuliano Pini, uomo colto e sensibile che da queste parti con eleganza e discrezione ha lasciato profondamente il segno. Prendere decisioni e ragionare sui temi pubblici in mezzo alle sue opere anche per noi sarà un'opportunità di crescita unica. Come diceva Calvino “la fantasia è un posto dove ci piove dentro” e da oggi, in questa sala, ci riuniremo rigorosamente senza ombrello”.