La relazione della Normale di Pisa ha messo ulteriormente in luce una presenza di cui già si aveva percezione, e di cui aveva parlato anche l’onorevole Rosy Bindi in un incontro a San Giovanni. Ora Libera Valdarno chiede alle amministrazioni, alle associazioni di categoria, al mondo imprenditoriale di vigilare e dare vita a iniziative concrete per frenare i tentativi della criminalità organizzata di penetrare il sistema economico locale
C'è anche il Valdarno, fra i territori nominati dalla ricerca della Normale di Pisa sui fenomeni mafiosi in Toscana. Non è una novità, per Libera Valdarno, che da anni mette in campo azioni per sensibilizzare e informare, perché il contrasto all'illegalità passa anche e soprattutto dalla conoscenza. Della presenza mafiosa in Toscana, proprio su iniziativa di Libera, aveva parlato anche la presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi in una partecipta serata, il 30 giugno scorso, tenuta a San Giovanni.
Tante conferme, insomma, per un fenomeno non da sottovalutare. "In Toscana – scrive oggi Libera Valdarno in una lettera aperta alle istituzioni e alla società civile – in questi anni il forte controllo sociale ha impedito che le organizzazioni mafiose attecchissero. Questo non esclude, però, le infiltrazioni, provate anche dai numeri che parlano di più di centinaia di beni confiscati nel territorio e dai numerosi episodi e condanne per vari reati come estorsione, usura, corruzione".
"Ormai appare chiaro come il fenomeno mafioso, che pure non ha radici consolidate nel nostro territorio, tenti comunque, in varie forme e modalità, di fare “affari” anche da noi. E sempre più sofisticate sono le modalità di fare “affari” che questi signori hanno imparato ad usare". Per questo Libera Valdarno chiede di alzare la soglia di attenzione: "Occorrono forme di controllo ferree e rigorose, un’azione anche di prevenzione che scoraggi chi cerca di “contaminare” il nostro mondo economico e le nostre comunità e che veda nascere, così come è stato per il contrasto al gioco d'azzardo, un cammino comune tra istituzioni e mondo associativo per crescere in consapevolezza e in azioni di conoscenza e di prevenzione".
Proposte concrete, quelle di Libera, da poter mettere in campo: "Invitiamo per esempio le amministrazioni locali del Valdarno ad aderire alla Carta di Avviso Pubblico, un vero e proprio codice etico di comportamento della buona politica, rivisitato recentemente, come aiuto per non cadere in possibili difficoltà che poi andrebbero a discapito di enti ed istituzioni pubbliche".
E ancora: "Lanciamo ai Sindaci, alle Giunte, ai presidenti del Consigli Comunali, ai vari Gruppi Consiliari, ma anche all’associazionismo di categoria e al mondo imprenditoriale una proposta: perché non dedicare in autunno una giornata allo studio proprio della carta di Avviso Pubblico con un convegno aperto a tutti coloro che sono interessati al problema, invitando il Prof. Vannucci dell’Università di Pisa, i rappresentanti di Avviso Pubblico, i magistrati e le forze dell’ordine per un confronto su questi temi, per mandare un messaggio chiaro alle mafie che in questo territorio si agisce unitariamente contro la criminalità organizzata. Noi siamo pronti ad organizzarla e a fare la nostra parte".
"A noi – aggiunge Libera nella lettera aperta – è chiesto di conoscere quanto sta accadendo, di capire e spingere l’opinione pubblica a crescere in consapevolezza e anche a reagire. Intanto come azione di prevenzione per le future generazioni stiamo lavorando in tutto il Valdarno Aretino e Fiorentino in collaborazione con la Regione, i Comuni gli istituti Comprensivi, i Serd e in collaborazione con l’Associazione Nazionale Dilettantistica Scacchi che opera nell’area di Livorno, alla organizzazione di un progetto dedicato alle classi della prima media dal titolo “Gioco scaccia gioco” per favorire la diffusione del gioco degli scacchi come contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo, grazie a un finanziamento ottenuto dalla Regione dal Ministero della salute".