27, Dicembre, 2024

I dirigenti scolastici toscani: “Il Decreto Legge approvato in Senato è una falsa soluzione al problema del concorso”

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Il comunicato firmato dai dirigenti scolastici e idonei della Toscana, insieme a quelli della Lombardia, sottolinea la posizione contraria al DL votato in Senato e pronto per passare anche alla Camera: “Non ci sono garanzie sul futuro, non contiene risposte concrete, non garantisce i diritti di coloro che, dopo aver superato con merito il concorso, sono stati assunti in servizio”

“Per i dirigenti scolastici toscani che hanno superato il concorso del 2011, poi parzialmente annullato dal Consiglio di Stato, il Decreto Legge 1430 approvato al Senato è del tutto insoddisfacente, rappresenta una falsa soluzione”. Questa la presa di posizione dei rappresentanti dei dirigenti e idonei toscani che hanno sottoscritto il comunicato in seguito alla conferenza che si è tenuta ieri a Firenze, affiancati dai rappresentanti degli idonei della Lombardia esclusi dalla graduatoria finale.
 
Il riferimento è al DL approvato nei giorni scorsi al Senato, che dovrà poi passare alla Camera, presentato con lo scopo di rispondere al problema mantenendo i dirigenti in servizio fino al termine dell’anno nel quale avverrà la rinnovazione (in Toscana presumibilmente fino al 31 agosto del 2015) e con l’impegno a far partire entro il 31 dicembre 2014 una nuova procedura concorsuale per il reclutamento dei dirigenti scolastici, il “corso-concorso nazionale”. Un modo per evitare la fase preliminare alle vittime di annullamento del concorso e garantire una riserva di posti e un punteggio aggiuntivo per chi ha svolto funzioni di dirigente scolastico.
 
“Il DL è una soluzione del tutto non idonea perché, al di là delle dichiarazioni, non contiene risposte concrete, non ha il coraggio di farsi carico dei problemi creati dall’Amministrazione, non garantisce i diritti di coloro che, dopo aver superato positivamente e con merito un concorso, sono stati assunti in servizio a tempo indeterminato”. Due le proposte che erano state avanzate ai sindacati: un’esecuzione intelligente delle sentenze che tenesse conto delle diverse posizioni dei dirigenti in servizio, degli idonei e dei ricorrenti, anche al fine di non alimentare il contenzioso che già grava sul MIUR; un concorso riservato che restituisca certezza a chi, per un errore non proprio, fosse escluso dalla rinnovazione del concorso ordinario o, come in Lombardia, fosse escluso dalle graduatorie finali.
 
Numerose sono le contraddizioni che il Decreto Legge comporterebbe: prima di tutto, il rischio per i già vincitori di non superare le prove, creando anche una disparità, mentre per la rinnovazione del concorso toscano, chi si posiziona oltre il numero dei posti disponibili perderebbe comunque il posto di dirigente scolastico il 1° settembre 2015. Coloro non lo supereranno, dovrebbero tornare al ruolo di docente, ma non è chiarito dove, visto che i posti lasciati liberi sono già stati riassegnati. Senza tralasciare che “non c’è nessuna garanzia che il corso-concorso nazionale, procedura nuova e complessa, parta davvero entro il 31 dicembre 2014 e si concluda entro il 31 agosto 2015, tenendo conto anche dei consueti ricorsi che caratterizzano ormai ogni tornata concorsuale”.
 
“La responsabilità dell’annullamento del concorso viene attribuita dalla magistratura amministrativa all’amministrazione scolastica, ma chi ci rimette sono i cittadini incolpevoli, che hanno il torto di aver superato con merito le prove e di essere stati valutati positivamente da Commissioni il cui operato non è stato messo in alcun modo in discussione dalle sentenze” – si legge nel comunicato congiunto – “La stessa Amministrazione in Toscana ha poi proceduto all’assunzione e alla conferma in servizio a tempo indeterminato dei vincitori del concorso”.
 
Una situazione paradossale, come la definiscono i rappresentanti delle due categorie: “Cittadini che hanno creduto nello Stato, che con sacrificio hanno assunto ruoli di responsabilità e contribuito al miglioramento della scuola pubblica, si trovano di fronte uno Stato che ha commesso degli errori. Invece di porre rimedio in nome di un principio di giustizia sostanziale, fa pagare i danni a quegli stessi cittadini e alla collettività, rinunciando nel caso toscano anche alle competenze acquisite dai dirigenti in alcuni anni di servizio e restituendo all’incertezza moltissime scuole”.
 
Non c’è alcuna garanzia sul futuro, sostengono, oltre al fatto che le istituzioni non li hanno consultati al momento effettivo di prendere le decisioni: “Confidiamo, a questo punto, che le prossime sentenze della magistratura amministrativa possano finalmente fare giustizia, chiediamo al Governo che nei decisivi passaggi delle prossime settimane (in particolare la definizione del regolamento e del bando) si attui un reale confronto con noi e con i sindacati, per cercare insieme le soluzioni migliori”.
 
“I dirigenti scolastici toscani, insieme agli idonei toscani e lombardi, continueranno a difendere in ogni sede, nazionale ed europea, i propri diritti” – conclude il comunicato – “E attueranno azioni comuni di mobilitazione per ottenere il riconoscimento del ruolo di dirigente scolastico legittimamente guadagnato sul campo con sacrifici e pieno merito”.
 
 

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