Quattrocento studenti delle scuole superiori aretine all’iniziativa voluta da Confcommercio, ci sono anche i ragazzi del Varchi e dell’istituto superiore Valdarno. Una tappa del progetto nazionale di educazione all’acquisto legale “Fermiamo la contraffazione”. Oltre al dibattito anche lo spettacolo “Tutto quello che sto per dirvi è falso” con l’attrice Tiziana Di Masi
C'erano anche classi di studenti del liceo “Benedetto Varchi” di Montevarchi e dell’Isis di San Giovanni, ieri ad Arezzo, all’iniziativa “Fermiamo la contraffazione”, progetto della Confcommercio nazionale per promuovere la cultura della legalità partendo dalle nuove generazioni. Borse, scarpe, abbigliamento, elettronica: il mondo dei più giovani è uno di quelli più 'permeabile' da parte del mercato della contraffazione, che mette a rischio il made in italy e promuove situazioni di illegalità.
Per questo il progetto è rivolto proprio agli studenti delle scuole superiori. Le implicazioni della contraffazione le ha ricordate nel suo intervento il direttore regionale di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni: "L'illegalità ha molte declinazioni e altrettante implicazioni: morali, giuridiche, economiche. Perché fenomeni come l’usura, il racket, la corruzione, l’abusivismo, la contraffazione alterano il mercato, falsano la concorrenza a scapito delle imprese “sane”, ci rubano fette importanti di ricchezza e sottraggono occupazione".
Si è rivolta agli oltre quattrocento studenti presenti, nel suo intervento, la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini: "Attraverso voi possiamo cambiare quella mentalità e quella cultura che oggi permettono all’illegalità di prosperare. Diffondere princìpi come l’onestà significa costruire un mondo in cui economia e legalità costruiscono la giustizia. La criminalità costituisce un costo per le aziende sane: stimiamo che abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine hanno sottratto al commercio, agli alberghi e ai pubblici esercizi 27 miliardi di euro, mettendo a rischio oltre 260mila posti di lavoro regolari".
Durante la mattinata in scena anche lo spettacolo “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, scritto da Andrea Guolo e interpretato dall’attrice Tiziana Di Masi. Un esempio di teatro civile costruito fra numeri e fatti di cronaca, video e coinvolgimento del pubblico.
Ne è seguito un dibattito a cui hanno partecipato anche gli studenti ponendo alcune domande agli ospiti sul palco: insieme alla presidente Anna Lapini, il Prefetto di Arezzo Clara Vaccaro, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, il comandante della Guardia di Finanza di Arezzo Andrea Tesi e il provveditore agli studi di Arezzo e Siena Roberto Curtolo.