Il Tar nei mesi scorsi ha dato ragione ai privati: dovrà essere demolita la rampa ed il terreno tra via Verdi e via Torino restituito ai proprietari. Una vicenda che si trascina dall’inizio degli anni ’90. Adesso è stato depositato un ricorso per ottemperanza.
Passano gli anni ma la questione della rampa tra via Verdi e Via Torino, a Figline, continua ad essere una questione ancora aperta. L’anno scorso, dopo quasi 25 anni, sembrava conclusa una lunga vertenza tra i proprietari dell’area ed il Comune: il Tar aveva infatti dato ragione ai proprietari della particella.
Ma adesso, dopo molti mesi, alla sentenza del Tar non è stata data piena attuazione e la rampa è stata solo parzialmente demolita. Per questo i proprietari hanno presentato un ricorso per ottemperanza.
“Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 265 del 7.03.1990 – ricostruisce una delibera di giunta – veniva approvato il progetto tecnico esecutivo dei lavori per l'abbattimento delle barriere architettoniche nel passaggio pedonale di via Torino e Via Verdi”. Però “nessun atto formale di trasferimento della proprietà (decreto di esproprio o contratto di cessione bonaria) risulta essere mai stato in seguito notificato,trascritto,registrato o volturato al Catasto e in Conservatoria. Pertanto, a tutti gli effetti, la proprietà della particella in oggetto non è mai stata espropriata e trasferita al Comune ed è sempre rimasta catastalmente intestata agli attuali proprietari”.
Nel 2008 l’ accordo con i privati sembrava vicino: “A condizione che tutte le opere necessarie per la demolizione della rampa e per il ripristino della scala esistente fossero a suo carico dell'interessato”. Il proprietario si era dichiarato disponibile a questa soluzione, ma un’altra residente si era opposta alla demolizione e sulla vicenda si è così dovuto esprimere il Tar della Toscana che ha dato ragione al proprietario della particella.
Ma non è finita qui, perché ancora i proprietari attendono di riavere la particella. Da qui il nuovo ricorso al tribunale amministrativo “per dare piena attuazione alla sentenza”. In particolare per ordinare al Comune di “rimuovere la porzione della rampa, la parte di muretto, la recinzione ed il quadro Elettrico e comunque ogni e qualsiasi altra opera o manufatto costruito o installato durante l’occupazione dell’area”, “completare la rimozione dell’asfaltatura”, “ricostruire lo spazio destinato ai posti macchina come in origine”, ed infine eseguire “tutti gli adempimenti e formalità” per intestare la particella al proprietario.
E così si trascina ancora l'esito di una vicenda che poteva essere risolta negli anni passati con un accordo delle parti.