L’interrogazione presentata dal consigliere Bucci di Prima Montevarchi prende spunto anche dalle azioni messe in campo dal neonato Comitato di tutela del centro storico. Il sindaco: “Lavoriamo a campagna informativa, in troppi non sanno cosa è vietato”
La questione del degrado del centro storico e la battaglia contro comportamenti scorretti al centro della discussione in consiglio comunale a Montevarchi. A riportare il tema all'ordine del giorno è stata una interrogazione del consigliere Luciano Bucci di Prima Montevarchi, che trae ispirazione dal lavoro portato avanti nelle ultime settimane dal neonato Comitato per la Tutela del centro storico, protagonista anche di una raccolta firme con oltre mille sottoscrizioni.
"Esiste un Regolamento comunale di polizia urbana ed amministrativa – sottolinea l'interrogazione di Bucci – e le norme sono chiare e di facile applicazione: dalla nettezza al decoro, dalla quiete pubblica alla sicurezza. E anche il Regolamento edilizio riporta chiarissime azioni a tutela dei prospetti del patrimonio immobiliare centrale. Ebbene, alle norme occorre far seguire una stringente azione di controllo, prevenzione e repressione dei comportamenti scorretti".
"Basti un solo esempio: come si può obbligare un cittadino a recuperare il proprio immobile con tipi d’intervento edilizio che obbligano il rifacimento delle facciate degli edifici con materiali che riportino all’epoca della costruzione se, poi, in facciata alcuni residenti mettono in opera arpioni e fili per la stesa della biancheria ad asciugare, parabole per la tv satellitare e via discorrendo", sottolinea Bucci. E sono i comportamenti contro cui si battono anche i promotori del Comitato, che chiedono ad esempio di multare chi stende i panni fuori nei palazzi del centro storico.
"Appaiono fuorvianti ed inaccettabili – commenta in questo senso l'interrogazione – le risposte che sarebbero state fornite ad alcuni cittadini circa la presunta inapplicabilità dei disposti amministrativi di cui sopra e della paventata necessità di far precedere l’applicazione fattiva delle stesse da una campagna d’informazione. Allora, delle due l’una: o si procede ai sensi di legge o coloro che non lo fanno dovranno essere sottoposti alle procedure del caso. Se, poi, il sindaco ritiene di mettere in atto una campagna informativa lo faccia subito".
In Consiglio, il primo cittadino Francesco Maria Grasso ha fornito risposta orale all'interrogazione: "Le sollecitazioni sono giuste e legittime – ha detto – ho avuto anche personalmente un incontro con il Comitato. Ritengo che vada trovata una corretta modalità di intervento: partiamo dalla comunicazione, così che tutti conoscano le regole, che spesso oggi vengono disattese per la loro ignoranza. Stiamo lavorando a un volantino informativo sulle norme. Poi, certo, occorrerà lavorare sulla repressione dei comportamenti errati".